Una sentenza destinata a far discutere ma che entra nettamente in contrasto con quello che fin dalla sua creazione è stata la caratteristica principale del Villaggio di Rosa Marina, ovvero quella di essere privato.
Il Tribunale di Brindisi, chiamato a dirimere un contenzioso tra il proprietario di una villa situata appena fuori dal perimetro del Villaggio e il Consorzio, ha sentenziato che «le strade di Rosa Marina sono pubbliche».
La sentenza messa da un Got del Tribunale di Brindisi, che infrange il tabù dell’accesso negato a chi non possiede la tessera d’ingresso, contraddice inoltre ciò che è avvenuto nei mesi scorsi.
Nel corso di un’Assemblea straordinaria svoltasi nel mese di agosto del 2018, per volontà stessa dei consorziati del Villaggio, il Consorzio ha infatti deciso di acquistare dagli eredi di Alexander Schachter, figlio di Max- fondatore di Rosa Marina- la macchia mediterranea, le strade, le aree verdi e i parcheggi del villaggio, proprio con l’obiettivo di «poter meglio tutelare e disciplinare il Territorio».
Martedì 5 febbraio 2019 è stato formalizzato l’acquisto. Fu proprio Max Schachter, padre di Alexander, che nella metà dei primi anni Sessanta, innamoratosi della porzione di macchia mediterranea e del mare cristallino di quella porzione di costa ostunese, diede vita al villaggio, intuendo le enormi potenzialità che ne sarebbero scaturite.
Fin dalla fine degli anni Sessanta Rosa Marina ha costituito il buen retiro estivo soprattutto della borghesia barese, che ha particolarmente apprezzato la riservatezza e i benefici scaturiti proprio dal fatto che l’accesso al villaggio fosse destinato esclusivamente ai proprietari delle ville.
La risposta del Consorzio di Rosa Marina alla sentenza emessa dal Tribunale di Brindisi, non si è fatta attendere. Francesco Paolo De Mattia, attuale presidente del Consorzio, ha annunciato il ricorso in appello per impugnare la sentenza.
«Anche perché– afferma il presidente De Mattia- quanto deciso dal giudice sembra essere una contraddizione in termini: mentre si acconsente alla servitù di passaggio per il ricorrente fino a raggiungere il varco di accesso alla sua proprietà – e quindi si ammette che quell’area è privata – si afferma che le strade di Rosa Marina sono pubbliche».