Complessivamente sono 33 le persone indagate in seguito alla chiusura delle indagini scaturite dopo l’aggressione avvenuta a Bari, ad opera di alcuni militanti di CasaPound, lo scorso 21 settembre nei confronti di un gruppo di manifestanti che avevano preso parte a un corteo antirazzista a Bari, in occasione della visita in città di Matteo Salvini.
Pesanti le due accuse formulate dalla Procura di Bari: manifestazione razzista e riorganizzazione del disciolto partito fascista.
Tra gli indagati anche due brindisini: un ventiduenne di Ostuni e un quarantottenne di Ceglie Messapica. Nei loro confronti l’accusa formulata dalla Procura è quella di “aver partecipato a pubbliche riunioni, compiendo manifestazioni usuali del disciolto partito fascista e in particolare per aver attutato il metodo squadrista come strumento di partecipazione politica”.
I nomi degli indagati erano già contenuti nel decreto di sequestro preventivo della sede di CasaPound di Bari, ubicata in via Eritrea, che continua a restare chiusa in seguito alla pronuncia della Corte di Cassazione. A pesare sulla decisione della chiusura, come si legge nel provvedimento, “il concreto pericolo che ove si presentino occasioni analoghe, legate a manifestazioni di pensiero sgradite, possano tornare a utilizzare l’immobile come base operativa per sferrare simili aggressioni”.
Le indagini sono state condotte dalla Digos e le risultanze investigative coordinate dal procuratore aggiunto Roberto Rossi che ha firmato le notifiche nei confronti degli indagati, tutti accusati di “apologia di fascismo”.
In particolare, a 10 indagati, viene inoltre contestato il reato di lesioni personali aggravate. Secondo la ricostruzione della magistratura, si sarebbero resi responsabili dell’aggressione avvenuta la sera del 21 settembre scorso servendosi di “sfollagente, manubri da palestra, manganelli telescopici, cinture dei pantaloni, calci e pugni”. Sono inoltre accusati di aver attuato il “disegno criminoso giustificato dalla ideologia fascista” con premeditazione, “avendo organizzato l’aggressione in un periodo precedente alla manifestazione con raccolta di armi e organizzazione di uomini”.