Attraverso un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Comune di Ostuni impugna la determinazione n. 67 del 26 aprile scorso adottata dal dirigente della Sezione Infrastrutture Energetiche e digitali della Regione Puglia. L’atto approva in via definitiva la graduatoria dei progetti candidati all’avviso pubblico per l’assegnazione dei fondi europei previsti dall’azione 4.1 del POR Puglia FESR-FSE 201-2020 Asse prioritario IV “Energia sostenibile e qualità della vita”.
Al piano per l’efficientamento energetico della biblioteca comunale “F. Trinchera” presentato in Regione dal Comune di Ostuni, viene attribuito un punteggio di 56.62, mentre per accedere al finanziamento è necessario raggiungere almeno 60 punti. L’importante progetto che prevedeva nello specifico la realizzazione di alcuni interventi di efficientamento energetico sulla struttura di via Francesco Rodio, per un importo complessivo di 1 milione e 200mila euro, di cui il 25% a carico del Comune, il 9 luglio scorso è stato definitivamente escluso dal finanziamento.
Immediatamente dopo la pubblicazione della graduatoria provvisoria, il dirigente dell’ufficio Lavori Pubblici ha prodotto una nota in cui viene contestata “la mancata e/o erronea attribuzione dei punteggi previsti dai criteri valutativi P5 (rapporto tra potenziale di risparmio energetico e costo dell’investimento proposto per l’efficienza energetica C5 [kWh/k€]) e P6 (livello di progettazione)”. Queste osservazioni, come si evince dal testo della delibera di giunta n. 71 del 27 agosto scorso, che di fatto autorizza l’ufficio legale a procedere, sono state sottoposte a più riprese all’attenzione della commissione giudicatrice, che non le ha ritenute fondate.
Verosimilmente in ritardo con i tempi della giustizia amministrativa regionale, il Comune di Ostuni ha così deciso, su proposta del responsabile del procedimento e dirigente al settore Lavori Pubblici Federico Ciraci, di avviare il lungo iter legale che chiama in causa la più alta carica dello Stato. Con il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, che è possibile avviare nei 120 giorni dalla notifica dell’atto, l’amministrazione comunale gioca l’ultima carta utile per riuscire a entrare nella lista degli enti pubblici finanziati.