È stata celebrata nella mattinata di ieri, martedì 14 gennaio, la prima udienza del ricorso presentato al TAR di Lecce dal comitato civico “Io posso entrare”, in opposizione alla delibera di giunta n. 115 del 17 ottobre scorso con cui si vieta l’accesso ai cani in quattro aree verdi della Città bianca.
Una disposizione definita retrograda e ingiusta, difficile da digerire non solo per animalisti e associazioni di categoria, come dimostra l’ulteriore ricorso al TAR presentato da parte di “Vittime della Caccia”, ma anche per parecchi cittadini ostunesi, non per forza proprietari di cani.
A tracciare l’esito di quanto discusso ieri in aula, l’avvocato Giuseppe Calamo, che rappresenta, assieme al collega Francesco Sozzi, le istanze del comitato civico. «Durante le operazioni di rito a inizio seduta – riferisce l’avvocato Calamo – ho esposto le perplessità relative alla memoria depositata dall’ufficio legale del Comune di Ostuni, in cui vengono rilevate diciotto aree verdi interne alla città, dove portare a passeggio i cani. Leggendo la documentazione è possibile apprendere che alcune rotatorie, come aiuole e aree verdi “verticali” secondo l’amministrazione assolverebbero a questa funzione.
La nostra difesa si è basata – continua Calamo – sulla considerazione che non è possibile equiparare altri spazi verdi alla villa comunale, dove si preclude di fatto l’accesso innanzitutto ai cittadini, in caso ad esempio di eventi o feste che si svolgono al suo interno. L’impressione è complessivamente positiva perché non abbiamo trovato obiezioni al ricorso, per cui adesso i giudici potrebbero decidere di emettere un’ordinanza con la quale sospendere immediatamente il divieto, oppure rigettare l’istanza cautelare in attesa della nuova udienza. Una data che non è possibile stabilire. Un’altra ipotesi è che i giudici decidano di emettere una sentenza breve e chiudere il contenzioso, in questo caso ci vorrà più o meno un mese. Siamo ottimisti – conclude l’avvocato Calamo – la materia è all’esame dei giudici, aspettiamo quindi che si esprimano».