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Marzo 28 2024

«Puglia a rischio zoomafia»: la denuncia delle associazioni animaliste del territorio

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Sono oltre cento le associazioni animaliste pugliesi a contestare alcuni emendamenti approvati dal Consiglio regionale, in quanto incentiverebbero il randagismo e gli interessi criminali legati ad esso, ovvero la zoomafia.

A mettere nero su bianco le preoccupazioni delle associazioni, la maggior parte delle quali aderisce al progetto CAAP (Coordinamento Associazioni Animaliste Pugliesi), è una nota firmata dal presidente del CAAS (Coordinamento Associazioni Animaliste Salentine) Pierre Luigi Trovatello.

Gli emendamenti approvati in Terza Commissione e osteggiati dalle associazioni animaliste pugliesi riguardano il “riconoscimento ufficiale” delle convenzioni pubbliche per il ricovero degli animali nelle strutture private, l’emendamento che prevede, utilizzando l’escamotage dell’emergenza, dii superare il limite di 200 unità e di costruire canili rifugio, anche “attiguamente in serie” e quello che permette il trasferimento dei cani fuori Dipartimento ASL e fuori regione.

«La Puglia- si legge nella nota delle associazioni animaliste- spende circa 27 milioni di euro l’anno per contrastare il randagismo. La maggior parte di questo denaro pubblico viene speso per il mantenimento degli animali nei canili (privati in maggioranza), pochissime risorse invece sono destinate alla prevenzione, motivo per cui il fenomeno non tende a diminuire. Occorrono seri ed efficaci piani di sterilizzazione degli animali randagi e incentivi per la sterilizzazione degli animali di proprietà, maggiori controlli per il rispetto delle norme, maggiore informazione ed educazione della cittadinanza e negli istituti scolastici e idonea formazione degli Organi preposti al controllo.

Inoltre-continua la nota- bisogna incentivare la costruzione e il risanamento dei canili sanitari, in quanto sono pochissimi i Comuni dotati di questo fondamentale presidio per la profilassi sanitaria e preventiva, mentre sono troppe le strutture di proprietà privata nate come pensioni e riconvertite dallo “stato di emergenza” in canili (spesso lager) per il ricovero degli animali randagi, tramite convenzioni pubbliche anche economicamente molto consistenti. Questa situazione ha creato un business appetibile che si antepone di fatto alla prevenzione».

Le associazioni animaliste chiedono al Consiglio Regionale della Puglia di bocciare gli emendamenti contestati, affinché si dia un segnale inequivocabile della volontà di voler affrontare e risolvere l’annoso problema del randagismo tramite una legge ben strutturata e dai contenuti finalizzati alla tutela degli animali, alla prevenzione e alla legalità.

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