Un tentativo di pesca di frodo è stato bloccato all’interno dell’Area Marina Protetta di Torre Guaceto.
Era da tempo che il Consorzio di Gestione nutriva dei sospetti sulla pesca non autorizzata all’interno dell’area marina protetta. Per questa ragione, nei giorni scorsi, un primo intervento era stato eseguito dagli uomini della Capitaneria di Porto di Brindisi facendo rientrare l’allarme. Ma, neanche il tempo di abbassare la guardia, ed è stata nuovamente rilevata la presenza di reti posizionate a una distanza relativamente esigua dalla torre aragonese.
La situazione è stata nuovamente normalizzata grazie all’operazione svolta dalla sezione operativa navale della Guardia di Finanza di Brindisi, che ha celermente recuperato l’attrezzo atto alla cattura della fauna ittica.
L’intervento è stato compiuto alle prime luci del mattino, con il prezioso supporto del personale del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto.
La rete, lunga circa un chilometro e mezzo, era stata posizionata a 35 metri di profondità, circostanza che ha reso difficoltoso il suo recupero. I lavori in mare sono andati avanti per ore, concludendosi solo intorno alle 13.
Già una buona quantità di pesci era finita incastrata nel tramaglio, ma, fortunatamente, tanti di questi erano ancora vivi e sono stati liberati in mare.
La tempestività dell’azione ha permesso di scongiurare le innumerevoli catture che si sarebbero realizzate, se solo la rete fosse rimasta in mare qualche ora in più.
Come dimostrato da svariati studi svolti sul campo negli anni, partendo dalle ricerche dal professore Paolo Guidetti dell’Università di Nizza, Torre Guaceto rappresenta l’area marina con la maggiore densità di fauna ittica del Mediterraneo, ragione cui, sono molti i criminali che sfidano finanche le forze dell’Ordine pur di tentate una pesca fortuna nell’area marina protetta.
«Porgo il più sentito e vivo ringraziamento alla Capitaneria di Porto e alla Guardia di Finanza – ha dichiarato il presidente del Consorzio, Mario Tafaro -, per la sensibilità dimostrata e l’impegno profuso in tali circostanze. Invito quanti amano il mare e la natura ad evitare di porre in essere attività criminose che danneggiano l’ambiente e noi stessi. Dobbiamo capire che la distruzione della fauna marina, anche nelle AMP, non danneggia solo il mare, ma, inevitabilmente, si ritorce anche contro l’uomo stesso. Per tanto, si invito al rispetto delle regole e natura».
La nuova acutizzazione del fenomeno della pesca di frodo a Torre Guaceto mette in evidenza la necessità che i controlli sulla Riserva esercitati dalle Forze dell’Ordine vengano ulteriormente intensificati. I danni che, potenzialmente, possono essere provocati con la conduzione di pratiche non autorizzate all’interno delle acque protette sono inestimabili.
Basti pensare che una rete non individuata e, quindi, lasciata in mare può continuare a “pescare” con soluzione di continuità per anni, provocando la morte di un numero incalcolabile di pesci.