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Ottobre 19 2024

E’ la Puglia la regione italiana con il numero più basso di laureati

Il dato è emerso dal documento “L’economia della Puglia”, redatto dalla sede barese della Banca d’Italia. I giovanii pugliesi preferiscono laurearsi nelle Università del Nord Italia e sono tanti coloro che dopo la laurea sono constretti ad emigrare

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Tra le regioni italiane è la Puglia a registrare il numero più basso di laureati. Sono sempre di più i giovani pugliesi che scelgono di andare a laurearsi altrove, preferendo per la maggior parte di iscriversi in una Università del Nord Italia.

Il dato emerge dal documento “L’economia della Puglia”, redatto dalla sede di Bari della Banca d’Italia e presentato nella giornata di ieri ai giornalisti, da Mario Loizzo, responsabile della divisione analisi e ricerca della Banca d’Italia e dal ricercatore Vincenzo Mariani.

Il numero di chi decide di laurearsi in una università pugliese è ferma al 10,1%, la più bassa tra le regioni e ad incidere su questo dato ci sarebbero il numero allarmante dei 40 mila giovani laureati pugliesi emigrati fuori regione nel decennio 2006-2016.

La perdita di capitale umano – viene spiegato nel documento – è ascrivibile soprattutto ai movimenti verso i sistemi locali del lavoro urbani del Centro Nord, ma nel periodo considerato è aumentato anche il peso dei trasferimenti all’estero”.

Le emigrazioni interessano soprattutto i laureati con caratteristiche più favorevoli all’inserimento lavorativo e si realizzano in parte nella fase di scelta dell’università proseguendo nel periodo successivo. Sempre in tema di capitale umano, in Puglia risulta inoltre uno scarso utilizzo di personale qualificato, tanto che tra il 2012 ed il 2016 le assunzioni programmate di personale laureato hanno rappresentato il 12,4% (sotto la media nazionale con un dato inferiore del 3,3%).

«L’emigrazione – secondo il responsabile della divisione analisi e ricerca, Maurizio Lozzista impoverendo la Puglia da vari punti di vista, anche con un costo diretto, di mancato reddito di queste risorse che vanno fuori regione. La perdita si può stimare in 3 punti di pil regionale».

Il documento di Bankitalia fa luce anche sull’occupazione, che in Puglia è rimasta stabile. «Sono diminuiti i lavoratori autonomi- aggiunge Lozzi- ed è leggermente aumentata la componente dei lavoratori dipendenti. Tuttavia l’aumento si è concentrato nel 2017 sui contratti a termine, mentre è rimasto stabile l’indeterminato. La media della disoccupazione pugliese, pur restando su livelli superiori rispetto alla media nazionale con un dato strutturale del 18,8%, diminuisce. Un calo – ha concluso Lozzi – che non è purtroppo legato ad una maggiore occupazione, ma ad una minore partecipazione al mercato del lavoro, con più gente inattiva».

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