Il sindacato Cobas di Ostuni esprime piena solidarietà a Riccardo Cristello, operaio dell’Arcelor-Mittal di Taranto licenziato per aver condiviso un post che invitava a vedere la fiction televisiva con Sabrina Ferilli “Svegliati amore mio“. La fiction, prodotta da Mediaset ed andata in onda su Canale 5, è incentrata sul conflitto ambientale che caratterizza il territorio tarantino e, in particolare, il rione Tamburi. I vertici dell’ex Ilva di Taranto avevano inizialmente sospeso due operai per aver pubblicato due post simili, che invitavano entrambi a guardare la fiction. Uno dei due lavoratori si è scusato pubblicamente e ha evitato il licenziamento. L’altro ha perso il lavoro dopo 21 anni di servizio in acciaieria.
«In un periodo ormai conclamato di post democrazia finanziocratica – si legge nella nota inviata dal Cobas di Ostuni – invitare qualche amico a seguire una fiction nella quale viene denunciata la supremazia del profitto sulla salute e sulla vita dei cittadini costituisce un reato! Un reato che si paga con il licenziamento. Ormai è un obbligo con il suggello di un potere che si fa assoluto comando sulla vita e sulla morte: devi, dovete morire in silenzio! La monarchia dell’euro, con la complicità di tutti i governi, ha progressivamente eroso diritti, libertà e condizioni di vita. In 20 anni di dittatura eurocratica sono state cancellate le conquiste di Classe ottenute in quasi un secolo di lotte: addio al diritto alla salute, addio al diritto alla scuola, addio alla pensione, addio al welfare.
Per completare l’opera del programma neoliberista, ci è stato imposto il pareggio di bilancio in Costituzione, il Fiscal compact, il Jobs act, le peggiori privatizzazioni e la perdita della sovranità monetaria. In 20 anni di globalizzazione neoliberista le nostre vite sono sempre più povere e sempre più difficili e, il nostro ambiente, risulta sempre più inquinato, causa di malattie e di morte. Non l’uomo ma il capitalismo estremo, ormai trasformatosi in thanotopolitica lungo i sentieri distruttivi della mercificazione di ogni ambito dell’esistenza, sia umana che naturale. La fiction racconta sostanzialmente questa situazione nella quale, al dio profitto possiamo sacrificare la vita anche dei bambini. In questo contesto, dove i ricchi, i padroni, sono sempre più ricchi e sempre più padroni, anche delle nostre vite, agli operai non resta che il silenzio e la morte. Tacere, piegare la testa ed evitare di consigliare a chicchessia la visione di un film sui canali della Rai. Se lo fai sarai licenziato! Mentre il silenzio dello Stato, socio al 50% dell’azienda, mostra la sua totale indifferenza…
La sede dei Cobas di Ostuni esprime tutta la sua solidarietà a Riccardo e chiama alla mobilitazione dura per l’immediato reintegro dell’operaio nel suo posto di lavoro e cogliamo l’occasione per ribadire l’urgenza di una riconversione dell’acciaieria tarantina da industria inquinante in azienda ecologia al servizio dei cittadini e non del profitto. Chi tocca un operaio tocca tutta la classe».