Il Comune di Ostuni aderisce alla Giornata mondiale della prematurità che ricorre domenica 17 novembre, per sensibilizzare sulla nascita prematura e sui problemi che questa causa ai bambini e alle loro famiglie. Per l’occasione, già da venerdì 15 novembre, l’obelisco di Sant’Oronzo sarà illuminato da un fascio di luce viola a partire, come centinaia di monumenti in tutto il mondo.
I neonati pretermine, che nel mondo sono 15 milioni ogni anno, costituiscono il 10% delle nascite totali, incidendo sulla mortalità neonatale per il 50% e su quella infantile per il 40%. Si tratta di bambini nati prima della 37ª settimana di gestazione che, fin dai primi istanti di vita, hanno bisogno di terapie intensive neonatali adeguate, poiché non hanno ancora maturato del tutto organi e apparati e non sono ancora capaci di adattarsi alla vita fuori dal grembo materno. In particolare, l’assistenza e le cure per garantire la sopravvivenza e per ridurne le possibilità di disabilità future sono fondamentali per quelli più piccoli, chiamati «molto pretermine» o «estremamente pretermine» (rispettivamente sotto le 32 o le 28 settimane di gestazione).
Fino a cinquant’anni fa molto raramente sopravvivevano neonati di 6 mesi (26 settimane) o di peso inferiore a un chilogrammo. Ora più di metà dei nati a 5 mesi e mezzo (23-24 settimane) possono sopravvivere e talora pesano anche meno di 500 grammi. I loro genitori sono evidentemente molto stressati e vivono con comprensibili angosce il ricovero dei loro figli, anche per 3, 4 mesi.
«Abbiamo accolto con entusiasmo – dichiara il consigliere comunale Maria Pecere – la richiesta giuntaci dall’associazione per la neonatologia “Delfini e neonati – A. De Cataldo Onlus” di Taranto. È necessaria una forte sensibilizzazione e una maggiore divulgazione del problema della prenatalità, dati i numeri elevati. È fondamentale a tal fine il ruolo delle pubbliche amministrazioni, nell’indicare percorsi di soluzione per tramite di associazioni sensibili al tema».