Il fondo fiduciario vivente, noto anche come “trust” inter vivos, emerge come uno degli strumenti più flessibili e potenti nel panorama della pianificazione patrimoniale moderna. Costituito mentre il disponente è ancora in vita, offre una soluzione su misura per la gestione, la protezione e il passaggio generazionale dei beni, ponendosi come una valida alternativa, e per certi versi superiore, al classico testamento.
Cos’è e come funziona il fondo fiduciario vivente
Il fondo fiduciario vivente è un accordo giuridico, generalmente formalizzato per atto scritto, attraverso il quale una persona, detta Disponente, trasferisce la proprietà o la gestione di specifici beni (denaro, immobili, azioni, ecc.) a un’altra entità o persona, il Fiduciario. Quest’ultimo assume l’obbligo di amministrare tali beni non nel proprio interesse, ma esclusivamente a beneficio di uno o più Beneficiari, secondo le istruzioni dettagliate fornite nell’atto istitutivo. La sua peculiarità principale è l’istituzione in vita del disponente, a differenza del trust testamentario che si attiva solo dopo la morte. Questo permette un controllo e una flessibilità immediati sulla struttura.
Il concetto di “segregazione”
Il cuore del fondo fiduciario è la segregazione patrimoniale. I beni conferiti nel trust diventano un patrimonio separato e autonomo. Questo significa che, di norma, sono protetti dalle eventuali pretese dei creditori personali del disponente, del fiduciario o persino dei beneficiari, garantendo che i beni siano vincolati e destinati allo scopo predeterminato (ad esempio, la tutela di minori, disabili o la gestione di un’attività).
Esistono due tipi principali di fondo fiduciario vivente:
- Revocabile: il disponente mantiene la facoltà di modificare, revocare o sciogliere il fondo in qualsiasi momento, offrendo massima flessibilità e controllo. Alla morte del disponente, questo trust diventa solitamente irrevocabile.
- Irrevocabile: una volta costituito, non può essere modificato o annullato dal disponente. Sebbene offra meno controllo, garantisce massimo livello di protezione patrimoniale dai creditori.
I principali vantaggi
Il fondo fiduciario vivente è uno strumento multifunzionale che offre una serie di vantaggi chiave per la pianificazione patrimoniale e successoria a partire dalla protezione patrimoniale: fornisce infatti uno “scudo” contro potenziali eventi avversi (rischi professionali, contenziosi). I beni segregati sono, nella maggior parte dei casi, inattaccabili dai creditori personali.
Consente poi di bypassare il processo di successione testamentaria, spesso lungo, costoso e pubblico e, a differenza del testamento, che una volta pubblicato diventa un atto pubblico, l’atto istitutivo del fondo fiduciario vivente non è soggetto a pubblicità. Il che garantisce una maggiore discrezione sulla composizione del patrimonio e sulla sua distribuzione.
Consigli per istituzione e gestione
L’istituzione di un fondo fiduciario vivente è un atto complesso che richiede una valutazione attenta e professionale: data la complessità e le implicazioni legali e fiscali, è fondamentale avvalersi della consulenza di professionisti specializzati (avvocati, notai, commercialisti o società fiduciarie). La scelta del trustee è cruciale, poiché è la persona o l’ente che amministrerà il patrimonio. Deve essere una figura di massima fiducia e competenza, tenuta alla massima diligenza e alla protezione degli interessi dei beneficiari.





