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Ottobre 18 2024

Il dono della memoria, il dovere di ricordare

Il Giorno della Memoria rifiorisce ogni anno nelle iniziative che ne celebrano il ricordo

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Il dovere di ricordare. Il bisogno di una memoria da custodire. La necessità di avere una storia da tramandare e chi ha, oggi come domani, il diritto di conoscere parte dell’esistenza umana a cui appartiene. Volge ormai al termine quello che è universalmente riconosciuto come Giorno della Memoria. Il 27 gennaio è la data scelta per commemorare le vittime dell’Olocausto.

Anche ad Ostuni la sentita ricorrenza ha caratterizzato il lavoro e l’opera di condivisione di studenti e insegnanti, impegnati in scuole d’ogni grado a tramandare quel pezzo di storia che ha duramente segnato l’umanità. Una giornata che, come ha spiegato nel suo messaggio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al compito di ricordare e portare conoscenza, unisce quello di prevenire e combattere ogni forma di razzismo, antisemitismo, discriminazione e intolleranza. A partire proprio dai banchi di scuola.

Il rischio a volte è che, nella retorica della ripetizione si celi una sorta di rimozione, ma non bisogna cedere a questa logica. Ogni anno resta importante cogliere l’invito a condividere un momento dedicato alla memoria, un gesto di appartenenza ad una civiltà, compiuto da essere umani con una propria dignità, proprietari e custodi di una memoria. Quella del nostro tempo è spesso istantanea, ulteriore motivo per spendersi nel ricordo.

La ricorrenza fu istituita nel novembre del 2005, nel corso della riunione plenaria dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, preceduta da una sessione speciale nel gennaio dello stesso anno, durante la quale fu celebrato il 60° anniversario della liberazione dei campi di concentramento nazisti e la fine dell’Olocausto. La scelta del 27 gennaio fa proprio riferimento al 1945, a quando le truppe sovietiche entrarono ad Auschwitz per liberarla.

In questa giornata di celebrazione, tante scuole hanno colto l’occasione per ampliare il discorso a tanti orrori del mondo che, in passato come nell’attualità, fanno spesso registrare amari comuni denominatori. Tra le spaccature di guerra d’ogni genere però, sono nitidi i segni di pace, gemme capaci di insediarsi tra le pieghe della storia facendo breccia anche nei momenti più cupi, fiorendo nella consapevolezza della bontà umana.

La preziosa testimonianza della senatrice a vita e sopravvissuta ad Auschwitz, Liliana Segre, insegna tra le altre cose a condannare l’indifferenza al pari della stessa violenza. Quando i testimoni diretti di tanta sofferenza non potranno più raccontare, nuovi protagonisti avranno l’onere e l’onore di spendersi nel dono tramandato della memoria.

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