La signora di Bari raggiunta a cui l’App Immuni aveva notificato un contatto a rischio con un cittadino potenzialmente positivo è stata rincuorata dall’esito del tampone: negativo. Un epilogo che la 63enne prevedeva, poiché si dichiarava convinta di non aver avuto alcun contatto a rischio. Si risolve così, traducendosi dunque in un errore, il primo caso segnalato in Puglia dall’App Immuni.
La signora di Bari è risultata negativa al Coronavirus dopo aver trascorso una settimana in isolamento, a cui era stata obbligata dal Dipartimento regionale della salute e dall’ASL. «Siamo affranti per quanto accaduto con la signora – ha dichiarato Pier Luigi Lopalco ai microfoni di Radio 1 Rai – purtroppo non è stato possibile verificare bene cosa è successo perché lei ha cancellato il messaggio e disinstallato la app. In altri due casi, sempre in Puglia, si è trattato di un falso positivo e di un messaggio di Android e non della app. È necessario conservare i messaggi che arrivano, anche tramite screenshot, così è possibile verificare se si tratta di un vero positivo o di un errore di interpretazione».
In merito all’andamento dell’emergenza, Lopalco ha sottolineato inoltre che «il virus è sempre quello, le indagini fatte finora non ci dicono che è mutato, è solo cambiata la situazione epidemiologica e ora attacca i giovani, perché è lì che trova spazio e circola a bassa intensità. Siamo comunque alla coda dell’epidemia. Le linee guida date dall’Oms negli ultimi giorni si rivolgono a tutto il mondo, tenendo presente le capacità diagnostiche di tutti i paesi. Al momento, se un soggetto è stato messo un isolamento senza fare il tampone, una volta che sono passati dieci giorni dal contatto e sono 3 giorni senza sintomi può essere ritenuto libero. Invece se fa il tampone deve aspettare l’esito. Per quanto riguarda i tamponi, molto spesso ultimamente sono positivi, ma con una carica molto bassa, spesso sono quindi persone non contagiose. Il problema è che non abbiamo uno standard per capire sotto quale livello non si è contagiosi. Sarebbe necessario mettere in piedi un tavolo tecnico per stabilire delle norme, troppi cittadini sono ora prigionieri di un tampone».