Il libro di carta visto come un rifiuto da sostituire con un freddo e anonimo tablet utilizzato come lettore di e-book.
Questo il messaggio contenuto in alcuni cartelloni pubblicitari apparsi due giorni fa a Corato, innescando una serie di polemiche partite dai social network che, grazie a un tam tam virtuale, hanno fatto sì che i cartelloni venissero oscurati dopo poche ore, con tanto di scuse da parte della committenza.
Tutto nasce da alcuni grandi cartelloni, uno dei quali affisso proprio nei pressi della villa comunale della cittadina barese, che mostravano una fotografia divisa in due. Da un lato veniva ritratto un libro, dall’altro un tablet; sotto la fotografia campeggiava questa scritta: “Preferisci i prodotti durevoli con minore impatto sull’ambiente. Produrre meno rifiuti è una tua scelta”.
Il cartellone era il risultato di un una campagna pubblicitaria dell’Asipu, l’azienda municipalizzata dei rifiuti che, in buona fede, voleva sensibilizzare i cittadini di Corato a evitare prodotti inquinanti e a incentivare il riciclo dei rifiuti. Peccato che l’idea di utilizzare come esempio un libro, oggetto culto per migliaia di persone e tra l’altro manufatto per niente inquinante, abbia fatto naufragare le buone intenzioni dell’azienda.
Quest’ultima, dopo essere stata attaccata sui social network da migliaia di persone indignate, ha fatto oscurare i cartelloni e si è dovuta scusare ufficialmente, assumendosi l’esclusivia responsabilità della campagna istituzionale.
Moltissimi i post condivisi sui social, che hanno innescato una indignazione virtuosa provocando l’oscuramento della cartellonistica. Tra coloro che hanno manifestato il proprio dissenso nei confronti della campagna di sensibilizzazione ambientale, anche la scrittrice Gabriella Genisi.
«Nelle intenzioni– si legge nella nota stampa di scuse diffusa dall’Asipu– il riferimento è al materiale costituente il libro e non agli aspetti culturali per i quali si nutre la massima considerazione.Il manifesto è stato coperto, nell’attesa di fornire ulteriori elementi a chiarimento. La sovrapposizione tra valore culturale dei libri e finalità della campagna ha ingenerato una percezione negativa per la quale ci scusiamo essendo lungi dalle nostre intenzioni».