La Regione Puglia e la Giunta Emiliano nell’occhio del ciclone.
Non si sono ancora placate le polemiche sulla stabilizzazione dei 284 precari che a partire dal 1° settembre prossimo verranno assunti a tempo indeterminato senza aver mai partecipato a un concorso quando, un avviso pubblico del 3 agosto scorso ha riportato l’ente pubblico sotto i riflettori.
La Regione per realizzare una campagna su temi ambientali cerca, tramite un bando (che non prevede graduatoria) con scadenza il 17 agosto, sei esperti da assumere a tempo determinato, tra cui un comunicatore che dovrà svolgere funzioni di addetto stampa, senza che tra i requisiti richiesti ci sia l’iscrizione all’Albo dei giornalisti, così come richiede la legge.
Una dimenticanza che ha già spinto l’Assostampa e l’Ordine dei Giornalisti a invitare la Regione Puglia a correggere l’avviso pubblico. Ma non finisce qui.
Leggendo il piano di comunicazione settoriale per la realizzazione di campagne su tematiche ambientali, per cui dovranno lavorare gli esperti, ci si trova dinanzi a un costo complessivo di 810 mila euro. Di questi, 100 mila dovrebbero servire per costruire il logo e lo slogan della campagna e ben 20 mila sono stati indicati per la conferenza stampa di lancio dell’iniziativa.
«Nell’ambito dei sei addetti a tempo determinato che dovranno occuparsi di diffondere la cultura delle buone pratiche ambientali– recita un comunicato congiunto dell’Ordine dei Giornalisti e dell’Assostampa– è prevista un’unità dedicata alla comunicazione. Tale figura viene reclutata sulla base di un bando in cui è previsto di tutto ma non l’iscrizione all’Albo dei giornalisti. Più che un piano di comunicazione “settoriale” dedicato all’ambiente, sembra un piano di comunicazione “sartoriale” quello concepito dal Dipartimento all’Ambiente e alla Mobilità e approvato dalla giunta Emiliano. Evidentemente, il sarto che ha cucito questo bando – visti i tempi ristretti e le modalità di selezione a totale discrezionalità del committente- l’ha immaginato a misura di qualche prescelto chiamato ad indossare il vestito di giornalista per svolgere attività di comunicazione e ufficio stampa in barba alle norme più antiche (la legge 150 /2000) e a quelle più recenti, quale il decreto editoria del 2017 che prevede e sanziona l’esercizio abusivo della professione».
Ordine e Assostampa concludono il comunicato chiedendo alla Regione «la revoca con urgenza ( e in autotutela) del bando ” e la sua correzione ” là dove né la mobilità interna né la selezione finale del prescelto, evidentemente non titolato a svolgere quella mansione, riusciranno a rimediare».