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Agosto 11 2025

Ospedale, Amati: «Ristrutturazione finita in tempi record». Ma la battaglia politica prosegue in tribunale

Il consigliere regionale Fabiano Amati comunica che si sono conclusi nella giornata di ieri i lavori di ristrutturazione del reparto di Chirurgia Generale, ma la giunta comunale decide di continuare la battaglia legale contro l’ASL di Brindisi

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Si sono conclusi i lavori di ristrutturazione e ammodernamento presso il reparto di Chirurgia Generale dell’ospedale di Ostuni, ma la bagarre politica prosegue in tribunale. Il consigliere regionale e presidente della commissione bilancio Fabiano Amati (PD) nella giornata di ieri, lunedì 25 maggio, ha comunicato attraverso una nota stampa la chiusura del cantiere nel reparto di Chirurgia, che potrà dal prossimo 1° giugno accogliere non solo i propri degenti, ma anche quelli del reparto di Ortopedia e Traumatologia, dove verranno eseguiti interventi di restyling dello stesso tipo.

«A tempo di record sono terminati i lavori di ristrutturazione del reparto di chirurgia dell’ospedale di Ostuni – scrive Amati – e, come al solito, c’è chi pratica i lavori e i fatti e chi le carte bollate e le polemiche. Ora mi auguro che i politici ostunesi, di maggioranza e parte dell’opposizione, si decidano finalmente a collaborare privilegiando il bene delle persone.

Dal primo sopralluogo del 20 aprile, e quasi ogni giorno (15 visite al cantiere), abbiamo cercato di portare il vaccino dell’entusiasmo per contrastare la pandemia dello scetticismo e della speculazione politica. Credo che il risultato sia stato raggiunto. Il reparto di chirurgia è pronto per accogliere le attività chirurgiche e ortopediche, nell’attesa che si concludano i lavori anche nel reparto di ortopedia. La realizzazione dei lavori in tempi record – prosegue Amati – è stata favorita dalla possibilità di operare senza interferire con la contestuale attività sanitaria, esponendo peraltro i pazienti a maggiori rischi infettivi, in ciò agevolati dalla sospensione delle prestazioni in elezione (non urgenti) a causa del Covid-19.

Ringrazio con ammirazione i medici, gli infermieri, gli oss, gli ausiliari, il personale di portineria e le guardie giurate, che in questi giorni mi hanno prima accolto con sguardi di dubbi e paure, poi scioltisi – con l’intelligenza delle persone prive di pregiudizi – in sorrisi complici e collaborativi. Ringrazio la direzione generale della Asl, per tutti il DG Giuseppe Pasqualone, la direzione dell’area tecnica Sergio Rini e il direttore dei lavori Renato Ammirabile: ci sono persone che hanno già finito mentre altri si stanno ancora interrogando. E poi grazie alle imprese, ai tecnici e infine – cioè nel posto riservato ai primi – agli operai, le cui impronte sono state lasciate sui muri anche di sabato, domenica e nei giorni di festa».

Nel frattempo, con la delibera n. 104 del 21 maggio scorso, la giunta ha dato mandato all’ufficio legale del comune di Ostuni a costituirsi dinanzi al TAR di Lecce nel procedimento promosso dall’ASL di Brindisi per l’annullamento dell’ordinanza n. 64, attraverso cui il sindaco Guglielmo Cavallo diffidava l’ente sanitario locale alla immediata riapertura dei due reparti.

A fronte dell’emergenza sanitaria in corso, il sindaco Cavallo e la sua giunta continuano infatti a non ritenere opportuno che l’ASL procedesse alla totale e contemporanea chiusura dei reparti di Chirurgia e Ortopedia, non assicurando più neppure l’attività d’urgenza. Tale disposizione, si legge nel testo della delibera, è apparsa priva di una reale motivazione e foriera di gravi danni per la popolazione ostunese.

Facendo riferimento ai tre pazienti con femore rotto, ricoverati a Francavilla o addirittura a Taranto, con i rischi di trasferimento in ambulanza che patologie di questo tipo comportano, la giunta insiste sulle motivazioni della chiusura, giustificate dall’esecuzione di “lavori di assai modesta entità e, per di più, da svolgersi prima in un reparto e poi nell’altro. Sicché, appare del tutto inutile chiudere contemporaneamente entrambi i reparti, posti, peraltro, su piani diversi, così escludendo qualunque rischio di interferenza. Del resto, la stessa ASL, già con nota prot. 22988 del 21 marzo 2020, aveva accorpato all’interno di un’unica struttura, dunque su di un unico piano, l’attività svolta dai due reparti”.

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