Maggioranza e opposizione convergono sull’approvazione di un documento condiviso, attraverso cui si fa richiesta alla Regione Puglia e alla ASL brindisina di provvedere a risolvere le problematiche che affliggono l’Ospedale di Ostuni. Si è concluso così il Consiglio comunale monotematico e straordinario, richiesto dal gruppo di maggioranza “Per Ostuni” e caldeggiato da alcuni consiglieri di opposizione, riunitosi nel pomeriggio di ieri, lunedì 16 dicembre.
All’appello delle ore 17 sono 23 i consiglieri presenti che, su invito del presidente Giovanni Zaccaria, si danno appuntamento alle 18 per consentire al dott. Giuseppe Pasqualone, direttore generale della ASL di Brindisi, di raggiungere la Città bianca e prendere parte alla seduta.
È Elio Spennati (Per Ostuni), cardiologo in pensione e a lungo dirigente medico del nosocomio ostunese, ad aprire gli interventi dei consiglieri, che per prima cosa ricorda le promesse fatte a febbraio del 2017 da Pasqualone invitato a partecipare al Consiglio comunale organizzato a seguito dell’approvazione del piano di riordino ospedaliero regionale.
«In due anni nulla è cambiato, anzi – afferma Spennati – si può dire che siamo messi peggio di prima. Dagli anni ’70 ad oggi ho vissuto in prima persona tutte le vicende, positive e negative, che hanno caratterizzato la struttura ospedaliera ostunese. Ciò che posso testimoniare è il paradosso di una triste storia che ricorda la tela di Penelope. Si prendono impegni cose che puntualmente vengono disattesi. Rispetto alla revoca del declassamento degli ospedali di Martina Franca e Castellaneta, riportati a strutture di primo livello, o agli aggiustamenti al piano di riordino operati sugli ospedali di Manduria e Putignano, sappiamo che c’è l’influenza politica. Ostuni che non ha santi in paradiso invece può subire la progressiva dequalificazione del suo Ospedale, condannato evidentemente a prossima dismissione. Gli strumenti in dotazione e soprattutto la costante emorragia del personale medico, rendono l’Ospedale di Ostuni di gran lunga al di sotto degli standard necessari per il titolo di ospedale di base».
«Con le 23mila prestazioni annue erogate in media dal Pronto Soccorso – incalza il consigliere Angelo Brescia (PD) – l’Ospedale di Ostuni supera di gran lunga il numero minimo previsto per le strutture di base, » 23mila richieste di prestazioni di Pronto Soccorso, più di quanto dovrebbe fare un ospedale di base, eppure si sta chiaramente procedendo verso l’ulteriore declassamento del nosocomio a presidio sanitario territoriale, come accaduto per le strutture ospedaliere di Fasano e Ceglie Messapica».
«Apprezzo il coraggio che avete nel venire in questa sede ad ascoltare le doglianze che noi consiglieri non possiamo fare a meno di rappresentare – dichiara il consigliere Domenico Tanzarella (liste civiche) rivolgendosi al DG Pasqualone – perché pensiamo che questa cittadinanza abbia il diritto di conoscere il motivo per cui da quindici anni è in fase di realizzazione l’ampliamento di una struttura che invece di migliorare, peggiora. Dovremmo pubblicamente dire che lo studio di fattibilità per la creazione del polo di Fasano – Monopoli considera diseconomico il completamento della piastra di Ostuni».
Gli interventi di Enzo Cappetta, presidente del Forum della Società Civile, dei consiglieri del gruppo “Per Ostuni” Antonio Galizia e Gianbattista Farina; dei consiglieri di “Obiettivo Comune” Natale e Maria Pecere, di Ernesto Camassa (Lega) e di Giuseppe Bagnulo (Forza Italia), hanno rimarcato le principali criticità del personale medico in servizio presso il nosocomio ostunese e riportato i crescenti malumori della cittadinanza.
«Ringrazio il Consiglio comunale ostunese per l’invito – esordisce il direttore ASL Giuseppe Pasqualone – e porgo i saluti del Presidente Emiliano, impossibilitato a partecipare. La causa di quanto da due anni accade è nel solco tracciato dal decreto ministeriale n. 70 che dispone la riorganizzazione della rete ospedaliera nelle singole regioni italiane. In Puglia è stato svolto un lavoro prettamente tecnico, piuttosto che politico: su Brindisi io ritengo che la riorganizzazione e gli investimenti programmati debbano essere sostenuti per poter apprezzare i risultati positivi su lungo termine. Si sta provvedendo a rendere le strutture quanto più sicure possibile, l’ASL di Brindisi guarda a un futuro in cui sarà la sanità a raggiungere il paziente e non viceversa. Un’altra verità è che i pazienti non vogliono farsi curare a Ostuni, né in altri ben più grandi ospedali che non garantiscono un’assistenza ottimale. Per quanto riguarda la nuova piastra vi dico che sarà completata, ma non è possibile farlo con 2milioni e mezzo di euro.
Questi soldi sono stati spesi e i lavori terminati – continua Pasqualone – non è stato smantellato il cantiere perché siamo in attesa di reperire altri 8milioni di euro circa e definire il completamento ottimale della nuova struttura complementare. Per quanto riguarda il laboratorio analisi, il progetto di trasferimento è pronto e potremo presto procedere alla nuova disposizione. Provvederemo a bandire il concorso per il reperimento di nuovi chirurghi, ripristinando il servizio di osservazione breve. L’Ospedale di Ostuni non sarà chiuso, ma tutti insieme dobbiamo fare pressione sulla Regione affinché stanzi quanto prima le somme utili.
Nonostante le difficoltà che la sanità pubblica affronta anche a livello amministrativo, l’attenzione è massima su tutti i presidi ospedalieri della Puglia. Il piano di riordino ospedaliero ha portato i benefici sperati, ma non si è riusciti a recuperare il debito accumulato in termini di spesa farmaceutica e strumentale. La Puglia – conclude Pasqualone – è sotto di 5cento milioni di euro e questo potrebbe portare al commissariamento dell’azienda sanitaria regionale. Bisogna continuare a risparmiare per rendere efficienti e sicure le strutture, perché il futuro, ripeto, prevede la cura domiciliare di buona parte dei pazienti».
«Vorrei ricordare che dietro i numeri ci sono i cittadini – dichiara il sindaco Guglielmo Cavallo – spesso afflitti da più o meno gravi problemi di salute. Per questo ritengo fondamentale destinare più fondi nella sanità pubblica. L’invito a guardare al futuro nella visione del direttore generale Pasqualone è troppo avveniristico, abbiamo bisogno di concentrarci sul presente. Ciò che comprendo stasera è che la piastra non sarà completata perché noi non sappiamo da dove prenderli dieci milioni di euro e, stando a quanto apprendiamo da Pasqualone stesso, la Regione non potrà reperirli perché ha pesanti debiti da saldare.
Il ritardo dell’indizione del un concorso, ha avuto delle ripercussioni gravi sulla struttura e soprattutto sui suoi pazienti. Il nostro ospedale in questo momento non è una struttura di base, la nostra esigenza presente richiede di renderlo tale. Alla luce delle gravi problematiche avanzate, chiedo ai capigruppo di condividere un ordine del giorno da porre in votazione, che rappresenti l’univoca volontà politica di questo Consiglio comunale».
Alle ore 21.21 i lavori del Consiglio vengono sospesi, per poi riprendere alle 21.50. I 21 consiglieri presenti dopo la consultazione, votano all’unanimità il documento condiviso, in cui il Consiglio comunale di Ostuni chiede alla Regione Puglia e alla ASL di Brindisi un concreto impegno per il completamento della nuova piastra; il reperimento di personale medico, in particolare cardiologi e anestesisti; il mantenimento della piena attività del laboratorio analisi; il mantenimento del regolare funzionamento dei reparti di pediatria e ginecologia; l’immediato trasferimento del centro prelievi presso i locali dell’ex Pronto Soccorso; l’assegnazione di locali idonei all’attività di donazione sangue; il completamento dei lavori nel reparto di pneumologia; l’intensificazione dell’attività del reparto di chirurgia generale con la nomina del primario; l’assegnazione agli operatori del 118 di locali idonei all’espletamento del servizio. L’ordine del giorno approvato dal Consiglio, impegna inoltre il sindaco e l’amministrazione comunale a rivolgersi all’autorità giudiziaria affinché vengano accertate ragioni e responsabilità di eventuali ritardi e venga tutelato l’interesse collettivo della comunità locale. I lavori del Consiglio comunale terminano alle ore 21.58.