Con il trapianto di posidonia oceanica effettuato negli scorsi due giorni su 100 metri quadri di fondale a 8 metri e mezzo di profondità al largo di Lido Morelli, il Parco naturale regionale delle Dune Costiere si conferma uno scrigno di biodiversità marina. Partner del progetto pilota Saspas – Safe Anchoring and Seagrass Protection in the Adriatic Sea, finanziato dal Programma INTERREG V-A Italia – Croazia 2014/2020 e mirato alla tutela della flora marina nel Mare Adriatico, il Parco ha avviato le attività di trapianto di posidonia con il supporto della società Biosurvey srl, spin-off dell’Università di Palermo, che ha brevettato un sistema ad incastro realizzato interamente in materiale biodegradabile, per il posizionamento rapido delle talee sul fondale marino.
Il metodo utilizzato per il trapianto della posidonia è stato illustrato durante la conferenza stampa tenutasi nella mattinata di ieri, sabato 27 febbraio, sulla spiaggia di Lido Morelli, proprio in corrispondenza dell’area dove è stata trapiantata la posidonia. All’incontro con la stampa ha preso parte il Comandante della Capitaneria di Brindisi CP Fabrizio Coke, il Presidente facente funzioni del Parco Dune Costiere Maria Filomena Magli, accompagnata da uno dei membri della giunta esecutiva, Fabrizio Anglani, il presidente della Lega Navale di Ostuni Agostino Carparelli, il Dott. Andrea Rismondo per il partner di progetto SELC di Venezia ed il Dott. Sebastiano Calvo della Società Biosurvey srl.
«Il sistema che abbiamo brevettato – spiega il dott. Calvo – agevola l’attecchimento delle talee di posidonia attraverso l’ancoraggio delle strutture al fondale. L’intero impianto è realizzato in materiale biodegradabile, perciò, deteriorandosi nel tempo, non ha alcun impatto sull’ambiente. L’obiettivo del progetto è quello di comprendere se ci sono le condizioni favorevoli per il reimpianto. Il monitoraggio successivo servirà a verificare se le talee sono attecchite nei 100 metri quadri su cui abbiamo lavorato in questi giorni. Il tempo di crescita delle piante è lentissimo, siamo su una crescita di pochi centimetri l’anno; per questo motivo è necessario accelerare i processi di sviluppo delle piante, per far sì che nel giro di dieci o venti anni sia ripristinato un giusto equilibrio nell’ecosistema dell’Adriatico. L’impianto pilota non serve a riforestare, ma a capire dove sussistono le condizioni per poterlo fare. Siamo a questo step, ovvero alle fasi conclusive di un progetto avviato nel 2019».
«L’ente Parco è orgoglioso di poter contribuire alla tutela dell’ecosistema marino– afferma la presidente facente funzioni del Parco, Mariflo Magli – partecipando a un progetto così ambizioso. Il Parco delle Dune Costiere è uno scrigno di ricchezze ambientali, ma è anche una roccaforte che difende la biodiversità e la legalità nella fruizione del territorio. Se così non fosse, oggi non saremmo qui a parlare di questo straordinario progetto».
«Il dipartimento Ambiente della della Regione Puglia – si legge nel messaggio inviato dalla direttrice del Dipartimento Mobilità, Qualità Urbana, Opere Pubbliche, Ecologia e Paesaggio della Regione Puglia, Barbara Valenzano – ha già intrapreso la strada della attuazione di specifici progetti strategici europei di ricerca e cooperazione e (Horizon2020, Interreg, Life) vedendo finanziate diverse linee di intervento tese alla tutela degli Habitat e del paesaggio in tutte le sue componenti. Nel territorio di Brindisi è in corso il Progetto Best, nelle aree protette di Torre Guaceto e Parco delle dune Costiere, il progetto Ai Smart, AdriaClim, Marless. Tutte attività integrative rispetto agli interventi del Fesr che hanno visto la partecipazione dei Comuni sempre sugli assi tematici di valorizzazione del paesaggio. Un focus in particolare sarà dedicato allo studio comparto e genomico della Xylella quale habitat prioritario mediterraneo».
Oltre al Parco Dune Costiere, il progetto SASPAS coinvolge sul fronte italiano il Comune di Monfalcone, in qualità di partner Capofila, la Società SELC di Venezia, il Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare di Trieste ed il Consorzio per il coordinamento delle ricerche inerenti al sistema lagunare di Venezia, mentre, sul lato croato il Parco Nazionale Kornati, SUNCE – l’Associazione per la natura, l’ambiente e lo sviluppo sostenibile ed il Dipartimento di Biotecnologia dell’Università di Rijeka.