La Puglia, affacciata sul Mediterraneo e crocevia di culture millenarie, è un vero e proprio museo a cielo aperto.
La sua storia, segnata da Bizantini, Normanni, Svevi e Angioini, si manifesta in un patrimonio edilizio unico, dove l’uso della pietra locale, spesso calcarea e chiara, conferisce ai monumenti un fascino inconfondibile e luminoso.
I Castelli Federiciani
Il periodo di maggiore splendore architettonico in Puglia coincide con il regno di Federico II di Svevia nel XIII secolo. L’imperatore, noto per il suo mecenatismo e la sua passione per l’architettura, disseminò la regione di fortificazioni e residenze che univano funzionalità militare a eleganza estetica.
Il capolavoro assoluto e simbolo della regione è Castel del Monte, Patrimonio Mondiale UNESCO. Situato nell’entroterra barese, il castello è celebre per la sua forma ottagonale perfetta, ripetuta nelle otto torri angolari. La sua geometria, ricca di simbolismi, solleva ancora oggi interrogativi sulla sua funzione esatta. Altri importanti castelli di origine sveva che dominano le città costiere includono le imponenti fortezze di Bari e Trani.
Il Romanico pugliese
L’architettura religiosa rappresenta un altro pilastro del patrimonio storico pugliese, in particolare il movimento del Romanico, sviluppatosi tra l’XI e il XIII secolo.
Questo stile, qui declinato in una forma unica e autoctona, si distingue per la predominanza del bianco abbagliante della pietra calcarea e per l’influenza bizantina, normanna e araba. La Basilica di San Nicola a Bari è l’esempio più emblematico. Costruita per custodire le reliquie del Santo, il suo interno massiccio e l’esterno austero, adornato da portali scultorei, esercitano un forte richiamo spirituale. Altre cattedrali romaniche di straordinaria bellezza includono quella di Trani, che si staglia sul mare, e il Duomo di Otranto, famoso per il suo incredibile pavimento a mosaico che raffigura l’Albero della Vita.
Architettura rurale: trulli, masserie e pajare
Oltre ai grandi monumenti, l’architettura pugliese si esprime nelle sue tipiche costruzioni rurali, testimonianza della vita contadina e della gestione del territorio. Le masserie sono antiche fattorie fortificate, nate tra il XV e il XVIII secolo, che fungevano da centri produttivi e da rifugi. Oggi, molte sono state restaurate in strutture ricettive, conservando il fascino della pietra a vista e delle corti interne.
I trulli, icone della Valle d’Itria, sono forse le costruzioni più uniche, con la loro base cilindrica imbiancata a calce e i tetti conici realizzati con la tecnica della pietra a secco (senza malta), un ingegnoso esempio di architettura vernacolare, il cui nucleo storico di Alberobello è Patrimonio UNESCO. Simili per concezione, sono le pajare del Salento: si tratta di costruzioni in pietra a secco, generalmente a forma tronco-conica o cilindrica, utilizzate dai contadini come ricovero temporaneo, deposito di attrezzi o come rifugio durante le ore di lavoro nei campi, rappresentando una delle espressioni più primitive e funzionali dell’architettura rurale locale.
Il Barocco leccese: sfarzo nel Salento
Infine, il Salento esprime un’ultima grande stagione architettonica attraverso il Barocco Leccese. Nella città di Lecce, nota come la “Firenze del Sud,” la tenera e malleabile pietra locale ha permesso agli scultori di creare decorazioni sfarzose, colonne tortili e facciate elaborate che raggiungono il culmine nella Basilica di Santa Croce.
Questo stile esuberante, unico nel Sud Italia, contrasta nettamente con l’austerità del Romanico, offrendo un altro volto storico della Puglia.





