Accumulare rifiuti per l’impossibilità di conferirli. È questo il problema che dal primo giugno scorso attanaglia Daniela Orsini, una cittadina ostunese di origini toscane, che vive da sola in contrada Cavallerizza. Obbligata a causa della sua disabilità a muoversi in sedia a rotelle, la signora Orsini è oggettivamente impossibilitata a raggiungere in autonomia il primo centro ambientale mobile, collocato a quattro chilometri di distanza dalla sua abitazione.
La segnalazione giunta in Redazione e pubblicata qualche giorno fa, è stata successiva a una richiesta inoltrata da un operatore della protezione civile il 30 maggio scorso all’assessore all’ambiente Paolo Pinna, a cui la signora Orsini faceva pervenire un’ulteriore mail scritta di suo pugno e inviata il primo giugno. Non essendoci stato alcun interessamento alla vicenda da parte dell’amministrazione comunale, la signora Orsini ha nuovamente scritto in Redazione, sottolineando il suo disagio in relazione all’erogazione di un servizio che rientra tra i suoi diritti.
«È possibile – scrive la signora Orsini – che le persone in difficoltà debbano lottare per un diritto essenziale? Non chiedo comodità tipo acqua pubblica e illuminazione stradale, chiedo di poter smaltire in maniera corretta la mia spazzatura e lo chiedo a persone che vengono pagate affinchè ogni cittadino possa vivere tranquillamente in questo posto. Penso che amministratori e tecnici ogni tanto dovrebbero farsi un giro nelle case dei cittadini che vivono in condizioni di difficoltà, solo in questo modo potrebbero rendersi conto dei problemi che quotidianamente si affrontano.
La mia spazzatura, per quanto m’impegni a produrne il minimo – continua la signora Orsini – si accumula da giorni. Eppure un metodo di gestione efficiente c’era, grazie al porta a porta. Sembra quasi che adesso io chieda un trattamento di favore e questo è paradossale. Primo, perché si tratta di spazzatura, per il cui smaltimento pago le tasse. Secondo, perché essendo una persona con disabilità al cento per cento dovrei avere accesso a tutti i servizi essenzialimente utili a condurre una vita dignitosa».