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Agosto 11 2025

Sul podio Mondiale aspettando l’Alabama, intervista a Davide Nacci

Fresco di medaglia di bronzo Mondiale, l'atleta ostunese si prepara per i World Game negli States. Con il desiderio di poter avere, con i suoi compagni pugliesi, una pedana idonea agli allenamenti

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È passata poco più di una settimana dalla conquista della medaglia di bronzo mondiale che ha consacrato ulteriormente l’atleta ostunese Davide Nacci sul podio dei migliori esponenti della Ginnastica Aerobica planetaria.

Rientrato a casa dal Portogallo, a qualche giorno di distanza, il 22enne ostunese ha potuto apprezzare al meglio gli traguardi raggiunti, tre preziose medaglie di bronzo, nell’individuale, con il gruppo e nel team ranking, che hanno arricchito la già sontuosa bacheca.

Non è ancora tempo di vacanze però, l’America attende: «Il 9 luglio partiamo per i World Games, di fatto le Olimpiadi per gli sport non olimpici – spiega Nacci – andremo in Alabama, negli States, sarà un’altra competizione molto importante, su cui puntiamo tanto, anche perché arriva una volta ogni quattro anni. Abbiamo delle possibilità e siamo intenzionate a sfruttarle. Dopo, forse, ci sarà un po’ di vacanza».

Il sorriso e la genuinità del ragazzo restano tra i caratteri distintivi, ulteriori pregi di un atleta di grande talento che si sta confermando sulla scena internazionale a suon di successi mondiali ed europei: «È stata un’esperienza molto importante per noi, venivamo dal Campionato Europeo vinto a squadre, io reduce dal bronzo, il gruppo dall’argento, insomma avevamo questi grandi risultati che dovevamo in qualche modo confermare, cercando di dimostrare di essere una squadra di altissimo livello anche a livello mondiale – prosegue Nacci, raccontando come il confine tra top e flop, talvolta possa essere crudelmente sottilissimo – Del primo giorno eravamo entusiasti, nel secondo siamo partiti bene prima che un piccolo e mai fatto errore del trio, ci ha bruciato una medaglia che poteva essere d’oro (il trio è poi giunto ottavo ndr)».  

Quel minuscolo, ma inatteso intoppo, ha rischiato di compromettere il resto della manifestazione azzurra: «Quell’errore ha destabilizzato un po’ la squadra, privandola di quella spensieratezza che invece ci aveva contraddistinto – racconta Nacci – Però siamo stati bravissimi a rialzare la testa subito, ci siamo riuniti e abbiamo deciso di voler uscire dalle finali senza altri rimpianti, di lasciare la pedana contenti di quanto fatto, indipendentemente dal risultato. L’importante era dare tutto noi stessi. Perché l’obiettivo devono essere le emozioni che proviamo in pedana, sono i veri tesori che rimangono per la vita. O meglio, le medaglie le ricordi, eccome! Però è tutta l’esperienza in generale la cosa che più di tutte, resta nella mente e nel cuore. E’ con questa mentalità che abbiamo affrontato gli ultimi giorni di gare, e la situazione è svoltata». 

Davide è stato tra l’altro il primo a tornare in pedana: «Volevo trasmettere l’idea di un cambio di marcia mentale rispetto al giorno precedente, sentivo il dovere di fare bene, per dare un segnale positivo alla squadra, anche se era una gara difficilissima. Fortunatamente è andato tutto benissimo, un risultato davvero inaspettato. Eravamo tutti molto competitivi e a fare la differenza erano i piccolissimi particolari».

Terzo ai Mondiali, dopo l’argento agli Europei e l’oro italiano, un percorso di crescita costante: «Ripaga di tanti sacrifici e tante cose – confessa Davide – Se penso a quando ho iniziato, non avrei mai neanche solo immaginato di poter un giorno rappresentare l’Italia ai mondiali. Trovarmi lì a vincere la prima medaglia dell’individuale maschile, nella storia della Federginnastica ad un Mondiale, è una sensazione impagabile e inspiegabile. È stato tanto emozionante, per me, per il mio allenatore, per i miei compagni e per chi mi è stato vicino. Solo noi possiamo sapere quanto lavoro c’è dietro per arrivare a quella medaglia». 

Il podio centrato dall’atleta ostunese, ha dato la spinta giusta, proprio come desiderato: «Con quella carica la giornata è andata in crescendo. Con il gruppo siamo scesi in pedana con una consapevolezza diversa. Eravamo i primi ad esibirci, quindi per certi versi un po’ svantaggiati, ma con un po’ di spavalderia e ritrovata spensieratezza, abbiamo fatto una grande prova. Anzi il risultato poteva pagare anche leggermente di più, però ci siamo divertiti e abbiamo dato tutto ciò che avevamo. Penso sia una medaglia meritatissima, per tutti i sacrifici che ha fatto la squadra. Il bronzo bissa quanto avevano fatto nel 2021 i ragazzi più grandi prima di noi: mantenere lo stesso livello è una cosa molto importante, nonostante i cambiamenti restiamo una squadra solidissima a livello affettivo e tecnico. La felicità non si può neanche spiegare».

E di questa limpida gioia, Davide rende tutti partecipi attraverso i ringraziamenti multipli che non risparmia a nessuno: «Ai miei genitori, a tutto lo staff ed ai ragazzi della nazionale, al Lab del Benessere che mi ha ospitato per gli allenamenti, alla Ginnastica Francavilla che è la mia società di appartenenza. E poi a Francesco Sebastio, compagno di nazionale e di squadra a Francavilla: viviamo ogni giorno di allenamenti insieme, penso che senza di lui non sarei riuscito a crescere così tanto di livello individualmente, è uno stimolo continuo per me. Allenarsi insieme e potersi confrontare con un atleta di così alto livello, è una cosa che in pochi hanno la fortuna di avere. E poi un ringraziamento a tutte le persone che ci hanno seguito trasmettendo un affetto incredibile». 

Di incredibile ci sono i risultati che questi ragazzi riescono a raggiungere, senza la possibilità di allenarsi su quello stesso suolo che poi trovano nelle grandi competizioni, come spiega ancora Nacci: «Si è vero, in Puglia siamo in cinque a far parte della nazionale e non abbiamo ancora il suolo giusto su cui allenarci. Lo facciamo su parquet, ma non è la stessa cosa». La Federazione manderà a questi giovani talenti la tanto attesa pedana, ma occorre una struttura adatta ad ospitarla. I ragazzi con questi risultati pensano e sperano di meritarlo. 

 

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Salvatore Galizia
Salvatore Galizia
Da sempre affascinato dall'idea di scrivere, raccontare un accaduto, una storia, un'idea. Passione che negli anni ha sposato logico percorso dedicato a studi triennali in Scienze della comunicazione, magistrali in Scienze dell'Informazione editoriale, pubblica e sociale. La qualifica da giornalista pubblicista, le collaborazioni con testate giornalistiche locali, lo sport tra le fonti d'ispirazione predilette
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