A Erchie (Br), il Presidente nazionale della Legambiente Stefano Ciafani, il Presidente di Legambiente Puglia Ruggero Ronzulli e la Direttrice Regionale Daniela Salzedo, hanno visitato l’impianto di compostaggio di rifiuti organici da raccolta differenziata che verrà completato da una linea di digestione anaerobica per produrre biogas ed energia elettrica.
Sono trascorsi nove lunghi anni dalla presentazione del progetto all’entrata in esercizio dell’impianto. Nove anni in cui l’organico differenziato ha viaggiato spesso fuori dalla Puglia. Basta con l’economia che fa girare i rifiuti in tutta Italia, è l’ora di una vera economia circolare che si fa costruendo impianti industriali come questo. A partire dal Centro-Sud.
I fatti e le esperienze passate parlano chiaro. Il ritardo dell’avviamento dell’impianto di compostaggio di Erchie ha impedito il sollecito raggiungimento di importanti obiettivi di cui finalmente oggi possiamo usufruire, quali la produzione di compost di qualità per l’utilizzo agricolo o florovivaistico, il recupero di energia elettrica dalla produzione di biogas, il recupero di calore per riutilizzarlo nello stesso processo di produzione, la riduzione di utilizzo della discarica e la riduzione del costo della gestione dei rifiuti.
E così anche l’impianto di depurazione consortile di Manduria, ormai realtà esistente, deve assolutamente proseguire il percorso che porterà al suo avviamento. Sono passati quasi venti anni e non si può attendere oltre. Le legittime opposizioni e proteste che sono state ed abbiamo anche noi portato avanti per scongiurare lo sversamento dei reflui in mare attraverso la condotta sottomarina ci hanno consentito di raggiungere lo scopo prefissato ma, di riflesso, hanno provocato un dilatamento dei tempi di realizzazione che ha imposto fino ad ora l’utilizzo del vecchio impianto di depurazione esistente. Questo, di fatto ha provocato, provoca e continuerà a provocare un disastro ambientale, più grave persino dello sversamento di reflui in mare che causa problemi sanitari gravissimi e incalcolabili. Oggi non è pensabile provocare un ulteriore dilatamento dei tempi di avviamento dell’impianto di depurazione, neanche attraverso nuovi percorsi amministrativi che ne ritarderebbero ulteriormente l’avviamento.
Il ritardo dell’avviamento dell’impianto di depurazione, della raccolta e del trattamento delle acque reflue urbane è una realtà che pesa sullo sviluppo della nostra comunità. Questo sta provocando danni che le Amministrazioni devono impedire con ogni mezzo, atteso che siamo al limite delle fattispecie penalmente rilevanti. Deve essere noto a tutti che l’assenza e l’insufficienza di sistemi di raccolta e di trattamento delle acque reflue sono idonee ad arrecare pregiudizio all’ambiente ed alla salute dei cittadini.
Il ritardo dell’avviamento degli impianti di energia rinnovabile, infine, ha impedito di poter usufruire di tutti i benefici che oggi tanto auspichiamo e che non sono riconducibili solo all’attuale situazione bellica nell’est Europa. Se avessimo potuto usufruire già un decennio fa delle energie da fonti rinnovabili, oggi non saremmo vittime del ricatto del gas ed avremmo raggiunto gli indispensabili obiettivi oggi fissati al 2030. A Taranto il primo parco eolico del mar Mediterraneo produrrà 60mila Mwh di energia, pari al fabbisogno annuo di 60mila persone e, nell’arco dei 25 anni di vita prevista, consentirà di tagliare le emissioni di gas serra di circa 730mila tonnellate di CO2. Che sia il primo di una lunga serie in mare e in terra. Bisogna assolutamente andare avanti così verso il 100% di elettricità da rinnovabili entro il 2035.