La 27ª edizione di «Un’emozione chiamata libro», la kermesse letteraria di lungo corso che anima la stagione estiva nella «Città bianca» con talk di grande spessore nella sede del chiostro San Francesco, prosegue con il secondo appuntamento. Questa sera l’evento si sposta eccezionalmente in Viale Oronzo Quaranta nei pressi di Porta Nova e qui, alle ore 21, si parlerà di un altro tema assai discusso come sono tutti quelli legati al Meridione d’Italia.
Il 24 giugno, infatti, «Un’emozione chiamata libro» prosegue il suo percorso di anteprime con Carmine Pinto che per Laterza editore ha pubblicato il volume «Il brigante e il generale», libro che da qualche anno anima il dibattito storico-politico e storico-sociale delle nostre regioni e dell’Italia intera. A dialogare con l’autore il prof. Pierangelo Buongiorno.
Carmine Pinto
Carmine Pinto è professore ordinario di Storia Contemporanea presso l’Università degli Studi di Salerno. Ha insegnato in molte università europee e latino americane, è membro di comitati di redazione di riviste italiane ed internazionali. Coordina il comitato scientifico dell’Istituto per la Storia del Risorgimento di Roma, dirige il Centro di Ricerca sui conflitti in Età Contemporanea, è direttore della «Rassegna Storica del Risorgimento». Attualmente è direttore del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Salerno. Si occupa di storia politica, storia culturale e di storia militare. Ha lavorato sui sistemi politici del Novecento e sulle guerre civili e i movimenti nazionali nel XIX secolo. Le attuali linee di ricerca si concentrano in primo luogo sulla mobilitazione e sulla violenza politica nel mondo euroatlantico e nell’Italia risorgimentale. Inoltre sta lavorando sulle crisi e suoi politici e militare della società globale post guerra fredda, con una particolare attenzione all’America latina.
Il Libro
«Il Brigante e il Generale». Il brigantaggio fu l’eroica resistenza meridionale al colonialismo sabaudo o la sfida allo Stato di bande criminali? La guerra per il Mezzogiorno concluse la crisi del Regno delle Due Sicilie, determinò il successo dell’unificazione italiana e marcò la complicata partecipazione del Mezzogiorno alla nazione risorgimentale. Iniziò nel settembre del 1860, dopo il successo della rivoluzione unitaria e garibaldina, e si protrasse per un decennio, mobilitando re e generali, politici e vescovi, soldati e briganti, intellettuali e artisti. Non fu uno scontro locale, perché coinvolse attori politici e militari di tutta la penisola e d’Europa, ma non fu neppure una guerra tradizionale: i briganti, le truppe regolari italiane, i volontari meridionali si sfidarono nelle valli e nelle montagne in una guerriglia sanguinosa, del tutto priva dei fasti risorgimentali. Si mescolarono la competizione politico-ideologica tra il movimento nazionale italiano e l’autonomismo borbonico; l’antico conflitto civile tra liberalismo costituzionale e assolutismo; la lotta intestina tra gruppi di potere, fazioni locali, interessi sociali che avevano frammentato le città e le campagne meridionali. Questo libro, per la novità di materiali e documenti usati e per la vastità delle ricerche compiute, offre una prospettiva sulla guerra di brigantaggio che innova interpretazioni fino a oggi date per acquisite.
Il libro è vincitore del «Premio Basilicata 2019 Saggistica storica nazionale», del «Premio Città di Montesano 2019», del «Premio Sele d’Oro 2019 Saggistica», del «Premio Rende Book Festival 2019», del «Premio letterario Città di Siderno 2019 Saggistica», del «Premio Fiuggi Storia 2019 Saggistica».
Il 25 giugno si torna nel chiostro di Palazzo San Francesco, per l’approdo in Ostuni di un volto noto del giornalismo sportivo e musicale italiano, Marino Bartoletti, che presenterà con il giornalista Leo Petrocelli de “La Gazzetta del Mezzogiorno”: «La discesa degli Dei» (ed. Gallucci).