Dopo la notizia che colui che nelle prime ore del 14 agosto investì Giuseppe Vinci sulla strada che da Fasano porta a Ostuni, alle porte di Speziale, si è finalmente fatto avanti e costituito, ha spinto il papà del diciannovenne a scrivergli una lettera piena di dolore e amore nei confronti del figlio, che ci ha chiesto di pubblicare.
«Ormai il nostro Giuseppe – comincia così la lettera di Benedetto Vinci– ce l’hai portato via quella maledetta mattina del 14 agosto. Noi non sappiamo nulla di te ma tu sicuramente sai tutto di noi perché ti sarai documentato. Ti voglio semplicemente dire che ci hai portato via forse il miglior fiore della nostra famiglia. Giuseppe era il nostro primogenito… Un bambino avuto quando avevamo appena acquisito il diploma. .. Un bambino che abbiamo amato sin dal primo giorno e che ha riempito i nostri cuori di tanta felicità. Quando i nostri coetanei vivevano la loro gioventù andando a ballare, organizzando viaggi, comprando macchine di lusso, noi trascorrevamo le nostre giornate crescendo il nostro Giuseppe con tanti sacrifici.
Lui sin da piccolo ha aiutato i suoi genitori in tutto e per tutto e ha riempito i nostri cuori e quelli dei suoi fratelli e parenti di tanto amore. Lui al contrario degli altri diciannovenni non rientrava da una serata ma stava andando a lavoro. Allora io mi chiedo: ma come hai fatto a non vedere quel corpo su quella strada? E cosa ancor più brutta, come hai fatto a non fermarti dopo aver dato una botta così forte? Forse hai fatto finta di nulla e pensando di svignartela forse sei andato anche a lavoro come se niente fosse successo. Beh allora, sai che ti dico? Sei stata una persona che vive la sua vita in modo superficiale e che si è rivelata nella sua forma più vera di essere senza cuore.
Sai… io all’inizio per i primi dieci giorni mi sono messo in auto alle 5 di mattina e a una velocità sostenuta ho intravisto mio figlio li per terra… E sono riuscito a fermare la mia macchina. Tu invece…. Cosa facevi mentre guidavi…. Cosa facevi? Anche una signora la cui casa si trova a 200 metri dal luogo dell’impatto quella mattina per il forte rumore si è svegliata d’impatto…. Tu invece…. Cos’hai fatto. Nulla… Semplicemente nulla…. Hai avuto anche la freddezza di non togliere il piede dall’acceleratore e continuare per la tua strada. A questo punto io non so se un giorno riuscirò a perdonarti. Sappi comunque che io non posso giudicarti.. Ma un giorno sarà Dio a giudicare quello che hai fatto…. E non so se sarà clemente con te.
Tu ora potrai trovare anche delle attenuanti per ridurre la tua pena ma sappi che la verità noi uomini comuni forse non riusciremo mai a scoprirla… Ma se menti tu un giorno verrai giudicato da Gesù che non avrà clemenza di te e ti tutti coloro che sanno e non dicono. Io ora continuo a vivere con la speranza di poter rincontrare un giorno il mio Angelo Custode di nome Giuseppe ma tu, se non sei sincero, forse potrai continuare a goderti la vita….. Ma quando arriverà la tua ora non so se Dio ti accoglierà nel suo regno”.