Sono cinque le tartarughe Caretta Caretta ritrovate decapitate in Puglia nei giorni scorsi, sul litorale compreso tra Bari e Trani. I macabri ritrovamenti, la cui notizia è stata diffusa dal Centro Recupero Tartarughe del Wwf di Molfetta, stanno provocando l’indignazione e la preoccupazione di comuni cittadini nonché degli ambientalisti.
L’ipotesi finora più accreditata, per quanto inaccettabile, è che gli esemplari di Caretta Caretta siano stati vittima di un’antichissima forma di superstizione diffusa tra i pescatori che attribuirebbe un segnale di malaugurio trovare una tartaruga impigliata nelle reti.
Da qui, secondo un’ipotesi formulata da più parti, sarebbe scaturita la decapitazione degli esemplari di Caretta Caretta, una specie protetta perché a rischio di estinzione, ritrovati a pochi chilometri di distanza l’una dall’altra.
«Se le voci che parlano di riti messi in atto da pescatori e legati a insopportabili e arcane superstizioni, corrispondono al vero- ha affermato l’assesore all’Ambiente della Regione Puglia, Gianni Stea– quanto avvenuto sarebbe, se possibile, ancora più grave. Confido nell’operato delle forze dell’ordine e della magistratura affinché si possa fare luce sugli autori di questi barbari reati, appellandomi anche alla stragrande maggioranza di pescatori che affrontano il proprio mestiere con spirito di sacrificio».