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Dicembre 14 2024

Torre Guaceto, ennesimo atto criminale ai danni della Riserva: distrutta area oggetto di rinaturalizzazione

Episodio delinquenziale nei confronti della riserva naturale, già oggetto in passato di numerosi incendi di natura dolosa

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La riserva naturale di Torre Guaceto, area protetta nei pressi di Punta Penna Grossa, a pochi chilometri da Carovigno, è stata ancora una volta sfregiata dalla barbarie dell’uomo.

Lo scorso 27 aprile è stato distrutto il campo agricolo sul quale il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto stava portando avanti un corposo progetto di restituzione dell’area alla natura. Da due anni il Consorzio aveva infatti iniziato il rimboschimento dell’area, colpita duramente in passato da numerosi incendi di natura dolosa che avevano mandato in fumo la macchia mediterranea. Erano state piantumate all’incirca 5 mila piante, che nell’arco di un periodo relativamente breve, sono arrivate a un’altezza e robustezza notevoli, tanto da riuscire a riportare nel luogo gli animali che, sino alla rinaturalizzazione, non sostavano più nell’area.

L’aumento di naturalità del sito ha avuto come risultato l’attrazione di specie animali tutelate dalla direttiva ‘Habitat’, come il serpente cervone (Elaphe quatuorlineata) e il colubro leopardino (Zamenis situla).

Il ripristino naturale ha fatto sì che la riserva fosse utilizzata quale sito trofico, vale a dire come zona alla quale attingere per l’alimentazione, anche da parte di altre due specie di uccelli presenti nell’area come l’albanella minore (Circus pygarus)  e il Falco Naumanni.

Nella giornata di venerdì 27 aprile ignoti hanno arato l’intero ettaro di superficie ricoperta da piante. L’ente gestore ha immediatamente riportato i fatti alle forze dell’Ordine, che stanno indagando sul grave episodio di sfregio ambientale.

Provato per quanto accaduto, il presidente del Consorzio di Gestione dell’area protetta, Mario Tafaro ha dichiarato: «Non posso che stigmatizzare il comportamento irresponsabile di quanti, non amando Torre Guaceto e il territorio di Carovigno, tendono esclusivamente al perseguimento del proprio tornaconto e contribuiscono alla distruzione del proprio habitat».

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