Oggi, come ogni prima domenica di agosto, la Città bianca rende omaggio alla Madonna della Grata. Una tradizione che va a avanti da secoli, capace ogni anno di raccogliere fedeli, curiosi e turisti che si ritrovano per le vie principali di Ostuni ad ammirare il lungo e suggestivo serpentone formato solo da donne che, con lunghi ceri accesi, seguono la statua della Madonna. La processione, che partirà alle ore 19 di questa sera dal santuario dedicato alla Vergine della Grata, percorrerà come da tradizione le principali strade ostunesi, seguendo questo percorso: via Giosuè Pinto, largo Lanza, corso Cavour, piazza Matteotti, corso Garibaldi, via Cavallotti, largo Bianchieri, via Pignatelli, piazza Italia, via Vittorio Continelli, largo Monsignor Pignatelli, via Pepe, via Giordano Bruno, corso Ayroldi, piazzetta Erriquez, piazza Matteotti, corso Cavour, piazza della Libertà e ritorno in via Giosuè Pinto.
Benché la festa non preveda luminarie, concerti bandistici e fuochi d’artificio, verso la Madonna della Grata ogni anno continua a rinnovarsi una speciale devozione, che si esprime prevalentemente con la partecipatissima processione e con le due celebrazioni eucaristiche che si svolgono alle 6.30 e alle 10.30 presso la chiesa di contrada Rosara. Tante le donne che partecipano alla processione scalze, in segno di devozione, per grazia ricevuta o per chiedere un piccolo o grande miracolo.
L’edificazione del primo santuario risale dell’inizio del XVIII secolo. Tra l’anno 1896 e l’anno 1912 è stata poi completata l’attuale chiesa in stile neoromanico, su progetto dell’architetto ostunese Gaetano Jurleo. L’originaria cappella della Madonna della Grata, costruita agli inizi del Settecento, è stata inglobata all’interno dell’odierno edificio religioso, che domina l’area degli Orti storici di Ostuni.
Sul perché il santuario sia stato denominato Madonna della ‘Grata’ la versione più accreditata è quella che si riferisce al miracolo che avrebbe ottenuto un contadino con problemi alla schiena (in dialetto ostunese la colonna vertebrale si traduce ‘grata’), che diventato completamente curvo, avrebbe chiesto, rivolgendosi all’effigie della Madonna del Bambino situata proprio dove adesso sorge il santuario, di essere guarito. La leggenda racconta che l’uomo fu accontentato e la cappella fu costruita proprio per omaggiare la Madonna in seguito alla guarigione miracolosa.
Nasce allora la tradizione a Ostuni, molto diffusa fino a metà del Novecento, di dare il nome alle figlie femmine di Grata, in segno di devozione.