Nelle ultime ore si sta registrando nel brindisino una nuova ondata di casi di intossicazioni da funghi, dopo quelle che erano avvenute nello scorso mese di ottobre.
Qualche ora fa, tre persone di Carovigno, tra cui una donna incinta, sono state ricoverate presso l’Ospedale “Perrino” di Brindisi dopo aver mangiato dei funghi velenosi. I primi sintomi del malessere si sono presentati subito dopo aver ingerito alcuni funghi raccolti in una pineta in località Santa Sabina che, scambiati per funghi edibili, all’esame dei micologi della Asl brindisina sono invece risultati appartenere alla pericolosa specie “Inocybe”, che può trarre in inganno i meno esperti in quanto simile ai commestibili “Tricholoma Terum”.
Non appena le tre persone hanno avvertito i sintomi del vomito, nausea e dolori addominali si sono immediatamente recati presso il Pronto Soccorso del nosocomio brindisino e successivamente ricoverati. La preoccupazione dei medici riguarda soprattutto la donna incinta, mentre gli altri due intossicati rimangono sotto osservazione.
Qualche giorno fa, anche due persone di Latiano, un ottantaseienne e sua figlia, sono dovute ricorrere alle cure mediche perché rimasti intossicati dopo aver mangiato dei funghi acquistati presso un venditore ambulante. I funghi in questione erano privi delle obbligatorie certificazioni.
La Asl brindisina ricorda ai cittadini di prestare molta attenzione ai funghi e consiglia di far esaminare costantemente, prima del consumo, il proprio raccolto da un esperto micologo del Centro di Controllo Micologico Asl BR (il calendario dell’ispettorato micologico è disponibile presso tutti i Comuni e gli Uffici sanitari), oppure da qualsiasi altro centro presente nei paesi della provincia, come Mesagne, Francavilla Fontana e Torre Santa Susanna. Gli esperti micologi della Asl certificano i funghi in modo assolutamente gratuito. Altro accorgimento essenziale è quello di verificare che l’acquisto dei funghi presso raccoglitori professionali o altri esercenti, deve necessariamente avvenire alla presenza (obbligatoriamente in esposizione) del certificato di commestibilità rilasciato dai micologi della Asl.
E’ caldamente consigliato inoltre ai raccoglitori abituali di frequentare corsi di formazione in micologia di base e munirsi del permesso di raccolta regionale, rilasciato dai Comuni; consumare solo funghi spontanei certificati dal micologo, in buono stato di conservazione; sottoporre i funghi a cottura prolungata (almeno 25-30 minuti in umido), poiché scarsamente digeribili; assumerne modeste quantità (come condimento, contorno) e non in pasti ripetuti e frequenti; consumare funghi epigei spontanei solo se si è in buona salute (no anziani, bambini, donne in gravidanza); non affidarsi alle credenze popolari.