Aumentano i casi di Coronavirus in Puglia e si allarga il fronte dei medici e degli operatori sanitari contagiati. Nella nostra regione, come nel resto d’Italia d’altronde, chi lotta in prima linea contro il virus è ovviamente più esposto, ma paradossalmente meno tutelato. A Ostuni per esempio sono tre le persone contagiate: due medici e un’infermiera. Sono giornate complicate per il personale medico – sanitario in servizio presso le strutture ospedaliere del territorio pugliese, impegnato costantemente a gestire l’emergenza assistenziale in corso. Il presidente dell’ordine dei medici di Brindisi Arturo Oliva ha definito “apocalittico” lo scenario in cui opera il personale negli ospedali della provincia e pugliesi. Medici, infermieri e ausiliari combattono praticamente disarmati a causa della carenza dei dispositivi di protezione individuale. Mancano mascherine e mancano gli equipaggiamenti per trattare in sicurezza i casi sospetti, evitando di essere contagiati e diventare veicolo di contagio per colleghi e famiglie.
«Lavorare è drammatico – racconta un medico dell’ASL di Brindisi – fino a una settimana fa, sia in ospedale che in Pronto Soccorso, visitavamo i pazienti muniti di sole mascherine chirurgiche. Solo chi aveva contatti con persone che manifestavano una grave insufficienza respiratoria o comunque dei sintomi evidentemente riconducibili al Covid – 19 veniva dotato di mascherine protettive. La sanità pubblica non ha soldi, quindi i medici e gli infermieri rischiano ogni giorno la vita, mettendo peraltro a repentaglio quella dei loro familiari, per cercare di salvarla a tutti gli altri.
Per dare assistenza, ci stiamo ammalando e non siamo nelle condizioni di potercelo permettere. Spero che quest’emergenza imponga una riflessione ai vertici e determini un’inversione di rotta. Non bisogna tagliare fondi alla sanità pubblica perché non possiamo rinunciare alle competenze di medici e infermieri, soprattutto in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo. Evitiamo di ammalarci perché non ci sono soldi. Alle istituzioni competenti chiediamo solo questo. Ai cittadini invece – conclude il medico – vorrei rivolgere un appello: siate solidali con chi sta lavorando per voi e attenetevi scrupolosamente alle precauzioni del caso».
Intanto, presso l’ex Pediatria dell’ospedale di Ostuni, è stato disposto un incremento di nove posti letto, destinati a potenziali contagiati. Non dovrebbe trattarsi però di una misura straordinaria legata all’emergenza Coronavirus, ma di un adempimento relativo alle disposizioni dell’ultimo piano piano di riordino ospedaliero, che prevedeva su Ostuni un incremento complessivo di 20 posti letto, 11 dei quali già presenti. I lavori per l’allestimento, iniziati il mese scorso, avrebbero dovuto avviarsi un anno fa. Pare addirittura che già parecchio tempo addietro lo staff medico di Pneumologia, diretto dal dott. Pierluigi Bracciale, avesse chiesto, proprio in considerazione di quei nove ulteriori posti letto, l’allestimento di uno spazio per la terapia semintensiva con camera per l’isolamento a pressione negativa. L’autorizzazione fu concessa, ma i lavori non sono stati mai avviati, se non adesso, in concomitanza con l’emergenza Covid – 19.
«Non è possibile avere un esercito e difenderci senza armi», hanno dichiarato dai vertici di CISL e UIL, sottolineando la mancata consegna da parte dei coordinatori di dispositivi di protezione individuale adeguati alle unità ospedaliere in cui vi sono pazienti ricoverati probabili portatori positivi al virus A/H1N1. «I dirigenti medici, infermieri, Oss, ausiliari e pulitori – denunciano i sindacati – sono costretti a conservare le mascherine per il giorno dopo». In considerazione pertanto dei dipendenti contagiati, soprattutto in provincia di Brindisi, le organizzazioni sindacali chiedono urgentemente «l’attivazione di una Task-Force presso la ASL di Brindisi per discutere dell’organizzazione del lavoro e dell’adozione di tutte le procedure necessarie a tutela di tutto il personale dipendente in questo periodo di emergenza».
Oltre ai due medici e all’infermiere di Ostuni, in Puglia risultano positivi al contagio un medico e un anestesista dell’ospedale di Copertino, a cui si aggiunge un medico del Pronto Soccorso del “Miulli” di Acquaviva delle Fonti.
I dati sull’avanzata del contagio diffusi dalla protezione civile regionale nell’ultimo aggiornamento, riportano un aumento di 50 casi nella sola giornata di ieri, a fronte dei 130 test eseguiti. Il numero totale dei contagiati in Puglia sale così a 158.