Dei 23 punti monitorati sulla costa pugliese e sul lago di Varano, solo 2 risultano oltre i limiti di legge, entrambi giudicati “fortemente inquinati”. Nel mirino ci sono sempre canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento microbiologico arriva in mare, causato da cattiva depurazione o scarichi illegali.
È in sintesi quanto rilevato lungo le coste pugliesi dal team di tecnici e volontari di Goletta Verde e Goletta dei Laghi, le campagne di Legambiente dedicate al monitoraggio e all’informazione sullo stato di salute delle acque italiane.
«Restano alcune criticità sui tratti di mare interessati dalle foci di fiumi e canali – commenta Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – ma nel complesso siamo soddisfatti dell’esito dell’analisi di Goletta Verde. Gli interventi infrastrutturali attuati dalla Regione Puglia e volti al miglioramento del comparto depurativo stanno contribuendo a migliorare lo stato di salute del nostro mare. Non è un caso che anche quest’anno la Puglia sia sul podio nella classifica di Guida Blu per numero di vele. A ciò sia affianca il monitoraggio delle acque lacustri, i cui dati non hanno evidenziato criticità».
Per la prima volta quest’anno la Goletta non segue il classico itinerario coast to coast a bordo dell’imbarcazione, che si prende una pausa nel rispetto delle restrizioni per il distanziamento fisico imposto dalla pandemia. Il viaggio ideale lungo la Penisola vive infatti di una formula inedita, ma che ugualmente punta a non abbassare la guardia sulla qualità delle acque e sugli abusi che minacciano le coste italiane. La 34esima edizione di Goletta Verde ha come partner principali CONOU, Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, e Novamont, azienda leader a livello internazionale nel settore delle bioplastiche e dei biochemicals. Partner sostenitore è invece Ricrea, Consorzio nazionale per il riciclo e il recupero degli imballaggi in acciaio. La campagna 2020 è inoltre realizzata con il contributo di Fastweb. Media partner è La Nuova Ecologia.
Legambiente sottolinea che il monitoraggio di Goletta non intende sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi, prendendo in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dai circoli locali e dai cittadini attraverso il servizio di segnalazione SOS Goletta. Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo sulle spiagge sono i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano in mare. Le località costiere, inoltre, sono spesso oggetto di problematiche che si estendono fino ai comuni dell’entroterra. La denuncia sulle carenze depurative da parte di Legambiente ha l’obiettivo di superare questo deficit cronico, anche per tutelare il turismo e le eccellenze dei territori. Il monitoraggio delle acque pugliesi è stato effettuato dal 14 luglio al 5 agosto scorsi dai volontari dell’associazione.
I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e sono considerati “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti sono superati per più del doppio del valore normativo.
Il dettaglio delle analisi di Goletta Verde:
I due punti “fortemente inquinati” sono il punto a mare di fronte la foce del Canale di Ponente a Barletta e il punto alla foce del Canale Reale a Torre Guaceto nel Comune di Carovigno (Br). Gli altri 19 punti risultano entro i limiti di legge.
In provincia di Foggia è stato monitorato il punto sulla spiaggia di Torre Mileto nel Comune di San Nicardo Garganico.
In provincia di BAT i punti entro i limiti sono 5: il punto alla foce del torrente Carmusina, nella riserva naturale di Saline nel Comune di Margherita di Savoia, il punto sulla spiaggia sul lungomare Colombo sempre nel Comune di Margherita di Savoia, il punto in spiaggia in località Monastero nel Comune di Trani e il punto sulla spiaggia Matinelle sempre a Trani.
In provincia di Bari i punti risultati entro i limiti sono il punto sulla spiaggia in località Fiera del Levante a Bari, il punto sulla spiaggia Lama Monachile a Polignano a Mare e il punto sulla spiaggia Cala Porto Rosso a Monopoli.
I 2 punti entro i limiti monitorati in provincia di Brindisi sono il punto in mare di fronte la foce del canale Posticeddu e il punto sulla spiaggia della Provincia in località Giancola a Brindisi.
A Lecce e provincia sono 4 i punti analizzati risultati entro i limiti: il punto sulla spiaggia libera nella riserva naturale Le Cesine di Vernole, il punto sul canale di scarico nella Marina di Leuca e Castrignano del Capo, il punto in mare sulla punta dell’Aspide a Nardò e il punto sulla spiaggia libera Le Dune a Porto Cesareo.
In provincia di Taranto sono 4 i punti monitorati: il punto sulla spiaggia della Commenda a Muraggio, il punto sulla spiaggia Lido Azzurro a Taranto, il punto sulla spiaggia libera Montedarena a Pulsano e il punto sulla foce del fiume Lenne a Palangiano.
Il dettaglio delle analisi di Goletta dei Laghi
I tecnici di Goletta dei laghi hanno analizzato in provincia di Foggia il punto inciso con Foce varano (località Foce Varano a Cagnano Varano) e il punto Ex Idroscalo Militare “Ivo Monti” (località Lago di Varano a Cagnano Varano), ambedue risultati entro i limiti di legge.
Il monitoraggio scientifico
I prelievi e le analisi di Goletta Verde vengono eseguiti da tecnici e volontari di Legambiente. L’ufficio scientifico dell’associazione si è occupato della loro formazione e del loro coordinamento, individuando laboratori certificati sul territorio. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli). Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai Km di costa di ogni regione.
La tappa sul Lago di Varano di Goletta dei Laghi è stata l’occasione anche per presentare i dati relativi al monitoraggio della presenza di microplastiche nelle acque dei laghi realizzato anche nell’edizione 2019 grazie alla collaborazione con ENEA e IRSA/CNR. Nel lago di Varano sono stati prelevati 2 campioni, la media rilevata è pari a 30.067 particelle per chilometro quadrato di superficie.
Le microplastiche raggiungono l’ambiente attraverso le acque di scarico domestiche e industriali, il dilavamento, il deflusso superficiale, le deposizioni atmosferiche e la frammentazione di rifiuti più grandi. Si tratta di un inquinante complesso, fatto di materiali che possono variare in composizione chimica, forma, struttura e dimensione. Gli impatti sull’ambiente sono rilevanti, ma ancora poco conosciuti per quel che riguarda le acque interne.
Anche per l’edizione 2020 il CONOU, il Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, affianca, in qualità di partner principale, le campagne estive di Legambiente, Goletta Verde e di Goletta dei Laghi. Nel 2019 il CONOU ha provveduto in Puglia alla raccolta di 9.202 tonnellate di olio lubrificante usato, un dato in crescita rispetto all’anno precedente in cui il totale raccolto è stato pari a 8.560 tonnellate. L’olio minerale usato è un rifiuto pericoloso che, se smaltito impropriamente, può determinare gravi effetti inquinanti. Se gestito e rigenerato correttamente, può diventare una risorsa preziosa che torna a nuova vita sotto forma di basi lubrificanti.
«Preservare l’integrità degli ecosistemi acquatici è un obiettivo centrale per il CONOU, impegnato da 36 anni ad evitare che un rifiuto pericoloso come l’olio lubrificante usato possa danneggiare mari e laghi. Basti pensare che, dall’inizio della sua attività, il Consorzio ha salvato dall’inquinamento una superficie grande due volte il mar Mediterraneo», dichiara Paolo Tomasi, Presidente del CONOU.
Dal 1984 a oggi il CONOU ha raccolto 6 milioni di tonnellate di olio usato, avviandone a rigenerazione 5,3 milioni e consentendo così la produzione di 3 milioni di tonnellate di olio rigenerato e un risparmio sulle importazioni di petrolio di circa 3 miliardi di euro. Sotto la guida del Presidente Tomasi dal 2003, ha continuato la sua progressione di eccellenza diventando un esempio virtuoso di economia circolare, collocando l’Italia ai massimi livelli europei e internazionali. Traguardi che sono stati raggiunti anche grazie a una continua e capillare attività di formazione e informazione svolta sul territorio, allo scopo di sensibilizzare e sostenere ogni anello della catena in grado di contribuire al successo della filiera e alla circolarità 100% (di raccolta e rigenerazione) di cui oggi essere fieri.