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Ottobre 14 2024

Nuovo Dpcm in vigore da oggi, bar e ristoranti chiusi alle 18 e stop a piscine e palestre

Le nuove misure entrano in vigore oggi e resta obbligatorio osservarle fino al 24 novembre prossimo

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Il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha firmato ieri il nuovo Dpcm con le misure restrittive per contenere l’emergenza coronavirus. «Gli ultimi dati epidemiologici che abbiamo analizzato – ha detto il presidente del Consiglio durante la conferenza stampa da Palazzo Chigi – non ci possono lasciare indifferenti. L’analisi segnala una rapida crescita con la conseguenza che lo stress sul sistema sanitario nazionale ha raggiunto livelli preoccupanti. Dobbiamo proteggere insieme salute ed economia. Le misure prese adesso servono per evitare di chiudere tutto per Natale».

Confermata la chiusura di bar e ristoranti dalle 18 di sera, ma potranno restare aperti la domenica a pranzo. Nessun blocco agli spostamenti tra regioni ma «è fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi».

Le misure entrano in vigore oggi, lunedì 26 ottobre, e resteranno in vigore fino al 24 novembre. «A decorrere dal 26 ottobre 2020 – si legge nel decreto – le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite dalle ore 5.00 fino alle 18.00». E poi: «il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi».

Nel provvedimento si prevede che dopo le 18 è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico mentre è consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitaria. È consentita fino alle ore 24.00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze.

Con riguardo alle abitazioni private, «è fortemente raccomandato di non ricevere persone diverse dai conviventi, salvo che per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza» si legge nella bozza. La stessa bozza dice che «è fortemente raccomandato l’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie anche all’interno delle abitazioni private in presenza di persone non conviventi».

Niente più banchetti e ricevimenti dopo matrimoni, comunioni e battesimi. «Sono vietate le feste nei luoghi al chiuso e all’aperto – si legge nel documento – ivi comprese quelle conseguenti alle cerimonie civili e religiose».

Chiusi cinema, teatri, sale giochi e scommesse: «Sono sospese le attività di sale giochi, sale scommesse e sale bingo e casinò. Sono sospesi gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto».

Sono sospese le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza, nonché centri culturali, centri sociali e centri ricreativi; ferma restando la sospensione delle attività di piscine e palestre, l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere svolte presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati sono consentite nel rispetto delle regole sanitarie.

L’attività didattica ed educativa per il primo ciclo di istruzione – materna, elementari e medie – e per i servizi educativi per l’infanzia continuerà a svolgersi in presenza, come anticipato. Le scuole superiori adotteranno invece una Dad pari almeno al 75% delle attività e dunque potrebbe esserci un 25% in presenza su tutto il territorio nazionale, uniformando le ordinanze regionali. La parola spetterà alle autonomie scolastiche, in raccordo con le autorità locali e sanitarie. La presenza potrebbe essere organizzata «modulando ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9.00».

Possibile chiusura delle piazze alle 21: «Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private».

Stop a convegni e congressi “in presenza”, ad eccezione di quelli che si svolgono con modalità a distanza nell’ambito delle pubbliche amministrazioni, ma è fortemente raccomandato svolgere anche le riunioni private in modalità a distanza.

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