Belmond Ltd, azienda appartenente al gruppo francese Lvmh e leader mondiale dell’hotellerie di lusso, approda a Ostuni con l’acquisizione di Masseria Le Taverne. La struttura, situata nei pressi dell’omonima contrada tra la Città bianca e Rosa Marina e appartenuta alla famiglia di Umberto Veronesi, il noto oncologo scomparso nel 2016, diventerà un resort extra lusso.
Il progetto, stando alle informazioni diffuse dalla società, sarà improntato sulla falsa riga del precedente. Già nel 2015, infatti, l’indonesiana GHM Ltd avviò con la proprietà il negoziato per l’acquisizione, mentre il consiglio comunale, a maggio dello stesso anno, approvava la variante al piano regolatore generale per favorire l’ampliamento del complesso di oltre il 90%. A quasi sei anni da quelle vicende il progetto di rendere Masseria Le Taverne un resort di lusso potrebbe concretizzarsi grazie all’investimento del gruppo francese, orientato a preservare l’architettura della struttura e l’ambiente naturale circostante.
Dopo il recente annuncio di Four Seasons, brand canadese del turismo extra lusso appartenente alla holding israeliana Omnam, interessata alla realizzazione di un resort vista mare in località Mogale, si riaffaccia dunque l’ipotesi del progetto a Masseria Le Taverne, che prevede l’ampliamento della struttura preesistente e la realizzazione, tra le altre cose, di suite private con giardino e piscina, di una Spa, di un ristorante.
Come si apprende dalle anticipazioni riferite alle testate stampa del settore, pare che Belmond stia già lavorando con una squadra di tecnici e operai locali per ristrutturare la storica tenuta. «Siamo custodi di un patrimonio senza tempo – riferiscono da Belmond – e vogliamo mantenere la storia di Masseria Le Taverne, il legame con la comunità locale e la sua rilevanza nella regione».
Come gli ostunesi ricorderanno, la decisione di modificare il piano regolatore generale per favorire la realizzazione del progetto costò alla Città bianca, solo per l’estate 2015, la revoca della quinta Vela da parte di Legambiente. Un declassamento che accese numerose polemiche sia nei riguardi del mondo politico, colpevole secondo gli ambientalisti di aver autorizzato un eccessivo consumo di suolo, sia nei confronti di Legambiente stessa, silente durante l’impattante cementificazione della costa ostunese e, recentemente, durante la realizzazione della vasca di sollevamento liquami sulla spiaggia del Pilone.