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Dicembre 14 2024

Copertura scavo in Piazza, Cobas Ostuni: «Si scrive messa in sicurezza, si legge sepoltura»

La sezione ostunese del sindacato contesta all’amministrazione comunale la scelta di coprire lo scavo archeologico in piazza della Libertà

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Continua a far discutere la decisione di coprire lo scavo archeologico in piazza della Libertà, rendendo l’area calpestabile. Il progetto, messo in cantiere da parte dell’amministrazione comunale oltre un anno fa e giunto ormai a compimento, prevede il riempimento dello scavo, interessato in prima battuta da un’accurata pulizia, con ghiaia di fiume pulita a granulometria variabile.

Il primo a manifestare il proprio dissenso è stato il prof. Donato Coppola, direttore scientifico del museo civico di Ostuni, che ha inviato al ministro Franceschini una lettera in cui esprime le sue preoccupazioni. La polemica ha coinvolto diversi cittadini e associazioni, tra cui anche la sezione locale Cobas intitolata a Carlo Moccia.

«Apprendiamo, con vivo stupore e preoccupazione, la sconcertante iniziativa della nostra Amministrazione Comunale di riconsegnare al buio dell’oblio frammenti della nostra identità storica – riporta la nota stampa diffusa dal Cobas di Ostuni nelle scorse ore – emersi qualche anno fa da scavi archeologici nella nostra piazza della libertà. Ci riesce veramente difficile individuare una qualche giustificazione a questa opera di sepoltura del nostro passato. Una iniziativa che oscilla tra incompetenza e privilegio del mercato, magari solo quello di qualche tavolino in più o in meno che si può posizionare in quella che un tempo fu la nostra piazza. Si, la nostra Agorà, un tempo deputata alla socializzazione e alle relazioni sociali ma oggi triste parcheggio di tavolini e avventori assetati-affamati. Quel sito rappresentava l’ultimo ostacolo ad un centro storico ormai ridotto a mensa aziendale e aggredito da un turismo straccione che tutto calpesta e tutto snatura. Assistiamo così, anno dopo anno, allo snaturamento di una città e delle relative relazioni sociali.

Dunque il profitto (di pochi) prima di tutto, altroché interesse del bene pubblico!

Il presente è ormai un mercato e, a questo Moloch, si può sacrificare tutto: piazza, storia, cittadinanza. Come più di una voce esperta ha sottolineato, sarebbe stato opportuno coprire il sito archeologico di Piazza della Libertà, con una superficie di vetro calpestabile ma, evidentemente, la nostra storia è meglio nasconderla, farla scomparire.

Rendere lo scavo fruibile attraverso un sistema di lastre vetrate, come in Piazzetta Castromediano a Lecce, per alcuni tecnici sarebbe stato troppo costoso, anche se non viene specificato quanto, quindi è si preferita la sepoltura degli scavi con una spesa pubblica di circa 53 mila euro che però oggettivamente tanto esigua non è! Così ci troviamo di fronte alla solita ambigua scelta che solleva più di un dubbio.

Ci preoccupa oltremodo pensare che questa sensibilità e questa metodologia possa essere la cifra distintiva di questa amministrazione in tutto il campo del suo operare».

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