La movida notturna del centro storico di Ostuni ha bisogno di regole. Amministrazione comunale e commercianti coinvolti convergono su questa priorità e avviano un percorso condiviso per affrontare i giorni più “caldi” della stagione turistica ostunese.
A pochi giorni da Ferragosto, dopo che la Città bianca è balzata agli onori della cronaca nazionale per la reazione scomposta dell’ex assessore Matteo Tanzarella, che alle quattro di mattina di giovedì scorso ha spaccato una cassa appartenente ad alcuni ragazzi da cui proveniva musica a tutto volume, il sindaco Guglielmo Cavallo ha convocato per la mattinata di ieri, lunedì 9 agosto, il primo di una serie di incontri con gli operatori commerciali del centro storico per individuare una strategia comune che limiti i danni della movida sulla pubblica quiete.
«Sono soddisfatto dell’odierno incontro con una delegazione degli esercenti operanti la ristorazione e somministrazione di Piazza della Libertà e del Centro storico. Durante il dibattito – riferisce il sindaco Guglielmo Cavallo – abbiamo registrato una concreta collaborazione sui temi trattati: rispetto delle norme inerenti sulla prevenzione della diffusione del Covid-19 e repressione dei fenomeni di disturbo alla quiete pubblica. I confronti continueranno nei prossimi giorni in concomitanza con le settimane più intense della stagione estiva».
Il confronto, scaturito dall’esasperata reazione dell’ex assessore residente nel centro storico, si spera possa contribuire ad avviare una profonda riflessione sulla destinazione turistica che Ostuni intende diventare. Mentre si fa concreta la possibilità di accogliere sul territorio strutture extra lusso, come a Mogale e a Masseria Le Taverne, la movida di Piazza e dintorni diventa sempre più caotica e molesta per residenti e turisti in cerca di relax. Il rischio che si corre è quello di esasperare ancora di più durante l’estate il divario sociale tra vacanzieri, che da tempo contraddistingue il nostro territorio. Da un lato c’è un confuso turismo di massa che si consuma nei luoghi pubblici, dall’altro un turismo elitario che si barrica invece all’interno di esclusivi confini privati.