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Ottobre 17 2024

Coldiretti Puglia, con il conflitto in Ucraina addio al turismo russo in Puglia

Prima della pandemia il turismo di lusso dalla Federazione Russa generava 31.554 arrivi

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Fin dai primi giorni, il conflitto in Ucraina ha scatenato una serie di effetti che si ripercuotono a breve, medio e lungo termine. Alla crisi umanitaria, a quella legata agli approvvigionamenti ed a quella economica, si unisce quella di un settore turistico che si sta appena riprendendo dalla pandemia. L’analisi di Coldiretti Puglia spiega l’impatto del turismo russo e la regione particolarmente amata in epoca pre-covid.

Il conflitto in Ucraina e le sanzioni imposte dall’UE alla Russia, cancelleranno una fetta di turismo che prima della pandemia generava 31.554 arrivi e 106.409 presenze in Puglia, regione italiana con forti rapporti con la Russia, suggellati dalla visita di Putin alla città di Bari nel 2007, dopo che nel 2003 aveva donato la statua di San Nicola, patrono della città venerato da oltre due milioni di fedeli in Russia, con una targa che richiama i “legami plurisecolari” con Mosca.

«Per la Puglia – sottolinea la Coldiretti regionale – si tratta di una perdita importante anche perché i visitatori da questo paese hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa. I turisti russi scelgono in Puglia gli alberghi con 70mila presenze, ma anche gli esercizi extra alberghieri con 37mila presenze, secondo i dati dell’Osservatorio turistico di Puglia Promozione, con le masserie storiche degli agriturismi immersi nelle campagne pugliesi che sono ritenuti meta di eccellenza per i vacanzieri russi per la qualità dei servizi, l’offerta enogastronomica e la bellezza delle strutture e dei paesaggi.

I vacanzieri dall’estero in Puglia sono strategici per l’ospitalità turistica soprattutto nelle mete più gettonate anche perché i visitatori dall’estero hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa per alloggio, alimentazione, trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. Un problema che riguarda anche gli agriturismi dove gli stranieri rappresentavano oltre il 40% delle presenze totali prima della pandemia.

Il turismo in Puglia impatta per 6,5 miliardi sui consumi finali, pari al 12,3% sui consumi totali una ricchezza straordinaria a cui contribuisce il turismo esperienziale negli agriturismi, come dimostrato dalla quota percentuale di soddisfazione nel rapporto con il territorio. Ai primi posti di gradimento c’è l’offerta di olio di qualità all’85%, di prodotti agroalimentari all’83, paesaggi e colori per il 75%, l’ospitalità al 72% e l’offerta vitivinicola al 70%»

La mancanza di vacanzieri si trasferisce a valanga sull’insieme dell’economia per il crollo delle spese per alimentazione, alloggio trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. Si stima che 1/3 della spesa turistica sia destinata proprio all’alimentazione per consumi in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi e acquisto di vino e specialità alimentari da riportare a casa, secondo le stime della Coldiretti. 

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