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Dicembre 14 2024

Caos ordinanze, i residenti del centro storico: ‘Ci sentiamo offesi da certe reazioni’

I residenti del centro storico di Ostuni replicano alle reazioni delle forze politiche ostunesi in merito ordinanze per la regolamentazione dell'ordine pubblico recentemente emesse dalla Commissione

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I residenti del centro storico ostunese tornano ad esprimersi dopo le ultime dichiarazioni in merito alle ordinanze relative all’ordine pubblico, che tanto stanno animando il dibattito locale:

Le reazioni delle forze politiche alle ordinanze per la regolamentazione della movida nel territorio di Ostuni, che alcuni organi di stampa hanno giustamente definito “un coro di no”, sono sorprendenti ma non stupiscono.

Infatti, sono state proprio quelle stesse forze politiche a sottovalutare, per tantissimi anni, il problema del disordine nel centro storico e dei disagi subiti dagli abitanti.

Non c’è da meravigliarsi, quindi, se ora rilasciano dichiarazioni in cui, dimenticandosi del passato, come fossero alieni caduti da Marte, trasecolano per le decisioni assunte dalla Commissione straordinaria, chiedendone la modifica, se non addirittura la rimozione, e giungendo – sicuramente dopo approfonditissime analisi, riunioni, consulenze ed estenuanti dibattiti interni – alla clamorosa scoperta dell’ovvio: servono più controlli. Ma va?!

Come residenti del centro storico ci sentiamo ancora più offesi da tali reazioni. Non perché le ordinanze non possano essere messe in discussione: anzi, il dibattito è sempre proficuo. Ma perché non si è sentita una sola parola di autocritica, una sola assunzione di responsabilità, nonostante le predette forze politiche siano state al governo della città, con varie formule e modalità, per decenni.

Decenni in cui il problema della carenza dei controlli è stato denunciato dai residenti in molteplici occasioni, senza mai trovare ascolto, cosicché, nell’inerzia generale, i problemi si sono incancreniti anno dopo anno.

Adesso, quindi, le forze politiche sgranano gli occhi e si sorprendono dell’ “accetta” usata dalla Commissione straordinaria, ignorando che quell’accetta è scattata perché loro, per troppo tempo, non hanno voluto usare neanche il fioretto.

Ma i residenti conservano la memoria, e si ricorderanno di tutto questo al momento del voto.

 

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