Confesercenti lancia l’allarme sul caro energia: “In autunno si rischia il collasso”.
Se nel 2020 e 2021 un bar spendeva in media 6.700 euro per le bollette di luce e gas, nei prossimi dodici mesi, ipotizzando che gli aumenti attuali restino costanti, lo stesso bar spenderà 14.740 euro. Un aumento del 120% e un’incidenza dei costi sui ricavi aziendali che supera il 10,7%.
E’ l’allarme lanciato da Confesercenti che evidenzia come, secondo le recenti stime elaborate da agenzie specializzate, un albergo medio vedrà lievitare la spesa per la bolletta energetica da 45.000 euro a 108.000 euro (+140 % con un’incidenza di oltre 25 punti percentuali sui ricavi). Un esercizio di vicinato da 1.900 euro a 3.420 euro (+80 %), un ristorante da 13.500 euro a 29.700 euro (+120 %).
“Il caro bollette – spiega il presidente di Confesercenti provinciale di Brindisi, Michele Piccirillo– sta diventando una variabile incontrollabile che distrugge bilanci e redditività per tantissime imprese. E questo nonostante gli interventi di sostegno fin qui adottati dal governo, che scadranno fra settembre ed ottobre. Le bollette riducono inoltre drasticamente i budget familiari con un conseguente crollo dei consumi”.
Per le imprese, stima ancora Confesercenti, è chiaramente impossibile gestire aumenti di costi così rilevanti, cui si aggiungono anche quelli delle materie prime alimentari, traslando sui prezzi di vendita gli interi importi. Il rischio è che alcune decine di migliaia di imprese escano dal mercato.
Come opportunamente riportato dalla Presidente Nazionale di Confesercenti, Patrizia De Luise, “occorre intervenire in maniera urgente e decisa per evitare il collasso”. È necessario in prima istanza estendere anche alle piccole imprese il credito d’imposta per l’energia elettrica (imprese con potenza < di 16,5 kwh); aumentare le percentuali di credito d’imposta almeno fino al doppio (da 15 a 30 e da 25 a 50 per il gas) e prorogare gli interventi almeno fino al 31 dicembre 2022.
Al tempo stesso, bisogna mettere in campo interventi paralleli più significativi, di medio periodo ma realizzabili in tempi relativamente brevi, per la diversificazione delle fonti e favorire con un bonus al 110% gli investimenti di chi può rendersi autonomo attraverso la produzione di energia pulita”.