Il sindacato Cobas Brindisi torna a puntare il dito contro la gestione dell’emergenza Coronavirus. Nei giorni scorsi attraverso note stampa diffuse, veniva segnalata la preoccupazione riguardo gli operatori del 118, con relativi primi contagi degli stessi.
Nell’ultima denuncia targata Cobas, il caso di due ausiliarie di Sanitaservice, arrivate a lavoro al pronto soccorso dell’Ospedale “Perrino” di Brindisi alle ore 21 di Lunedì 13 Aprile (giorno di Pasquetta), e rimandate a casa con la comunicazione di essere risultate positive al Coronavirus.
«Ancora tantissimi lavoratori del personale sanitario aspettano il tampone mentre per le ditte private ancora non sono chiari gli indirizzi da prendere – spiega il Cobas – Pensiamo ai rischi dei lavoratori delle ditte che intervengono nei reparti e ai vigilantes che spesso in questo periodo così teso sono chiamati ad intervenire e a girare come già facevano all’interno dell’ospedale.
Questi sono purtroppo i risultati della mancanza di dispositivi di protezioni e di una pessima gestione degli ingressi dei malati al Pronto Soccorso e nell’intero ospedale.
Il sindacato Cobas aveva proposto pubblicamente di trattare tutti gli arrivi al pronto soccorso come potenziali Coronavirus. Facendo stazionare i nuovi ingressi in stanze attrezzate appositamente dove realizzare una mini-quarantena di due giorni per effettuare i due necessari tamponi.
Gli ospedali in Italia che hanno adottato questo sistema sono rimasti indenni da ulteriori contagi al pronto soccorso, impedendo gli arrivi nei reparti di malati che potevano sviluppare il Coronavirus successivamente, così come è accaduto ampiamente a Brindisi.
C’è la necessità di cambiare i documenti di valutazione del rischio lavorativo, che significa d’ora in avanti stabilire nuove regole di lavoro per difendersi dal Coronavirus e da nuovi possibili virus. Gli ospedali sono stati i luoghi maggiori del contagio, non dimentichiamolo! Nuovo pericolo, nuova organizzazione!».