spot_imgspot_imgspot_img
8.9 C
Ostuni
Settembre 26 2025

Cobas Ostuni chiede al Comune il riconoscimento dello Stato di Palestina: «Gaza è sola. Stop genocidio!»

I Cobas di Ostuni chiedono il riconoscimento dello Stato di Palestina e condannano il genocidio: «Servono gesti concreti di solidarietà»

- Advertisement -

I Cobas di Ostuni – Sezione “Carlo Moccia” – hanno protocollato una richiesta ufficiale al Comune di Ostuni per il riconoscimento dello Stato di Palestina e la condanna delle violenze in atto nella Striscia di Gaza. L’iniziativa si inserisce nel solco di una crescente mobilitazione civile e morale che, in tutta Italia, vede numerosi enti locali esprimersi in favore della pace e contro quello che viene definito «un genocidio» in corso.

Di seguito, il comunicato stampa integrale diffuso dal sindacato:

«GAZA È SOLA! STOP GENOCIDIO! Gaza non è più un territorio dove un popolo, quello palestinese, ha vissuto anche se carcerato in quella che è stata definita la più grande prigione a cielo aperto. Gaza è un immenso e triste cimitero.

A Gaza la morte è di casa, lì dove la geografia del dolore ha sostituito quella dei luoghi e dei posti. In quella parte di mondo, mai riconosciuta dall’Occidente ricco, opulento e guerrafondaio, dove c’erano strade, case, ospedali, quartieri e negozi, troviamo macerie. Macerie e solo macerie incessantemente bombardate. Per la seconda volta la storia assiste ad un inaudito odio contro un popolo, mai erano state bombardate le macerie. Almeno quelle le si risparmiava: ora non sono risparmiate.

La crudeltà dell’occupazione sionista è inversamente proporzionale alla dimensione di quelle macerie. Macerie e pietre ormai trasformate in polvere dai riflessi rossi del sangue di tutto un popolo.

Un supermercato degli orrori si è insediato in quella terra che la storia voleva santa e che oggi ha colpevolmente dimenticato: si muore sotto le bombe a Gaza, si muore colpiti dai droni o dai carri armati. Semplicemente e drammaticamente a Gaza si muore!
Tutta una umanità inerme è vittima di uno spietato tiro a segno che non conosce pietà.
La chiamano guerra ma non è una guerra perché c’è solo un esercito, quello sionista.
A Gaza si sta consumando un genocidio dall’inaudito dolore che non conosce né anestesia né umano conforto nell’assenza di gesti concreti di solidarietà o di politiche volte al riconoscimento di quel popolo, di quello strazio e di quel dolore. Gaza è sola! È sacrificata sull’altare dell’ipocrisia occidentale che tutela i propri interessi e i propri privilegi. Sotto quelle macerie abbiamo seppellito ogni residuo brandello di umanità, di speranza e di solidarietà. Nel sangue della Palestina annega la coscienza sporca dei privilegiati dello sviluppo e dei diagrammi del PIL, sempre attenti a saccheggiar risorse in un mondo, il loro, con le tasche piene e il cuore vuoto e povero.

“Con l’inganno faremo la guerra” recitava un vecchio motto del Mossad e questo inganno colpisce ogni giorno, ogni ora, ogni attimo il popolo palestinese con il suo lugubre rintocco di morte e di dolore fino alla crudeltà più estrema, quella che non ha espressione, che non ha parola in nessun vocabolario, che non ha diritto di cittadinanza nel mondo degli umani: la morte per fame.

Sì, perché un governo criminale come quello di Netanyahu sta utilizzando la peggiore delle armi per sterminare un popolo: la fame! Impedendo, con la forza del suo esercito, che gli aiuti umanitari possano giungere in quella martoriata terra. Peggio dei peggiori flagelli biblici, la storia ci ripropone un altro olocausto.

Di fronte a una tragedia di queste dimensioni, il dolore non ha misura, non ha espressione, lo si può solo indicare e condannare perché non conosciamo la sua grammatica e ignoriamo la sua sintassi.

Se ancora ci appartiene un briciolo di umanità, se ci sentiamo partecipi dei destini di quella umanità e di quel popolo offeso, non possiamo non far sentire forte la nostra protesta.
Il silenzio è complice dell’orrore e quindi la coscienza ci impone di mobilitare tutta la nostra forza per essere vicini alla terra di Palestina. Alla dislessia della coscienza atrofizzata dell’Occidente dobbiamo reagire con un sussulto di solidarietà sul terreno più radicale della Resistenza al sionismo.

Con la presente, i COBAS di OSTUNI desiderano esprimere profonda preoccupazione per quanto sta accadendo in Palestina, in particolare nella Striscia di Gaza, dove numerose fonti internazionali denunciano, registrano e ci mostrano gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, configurabili come crimini di guerra e atti di GENOCIDIO.

In tutta Italia, diversi Comuni si sono già espressi pubblicamente in tal senso. Tra questi: Bologna, Firenze, Napoli, Palermo, Reggio Emilia e Pisa, nonché la vicina Carovigno e molti altri comuni pugliesi come Bari, Taranto, Noci, Bitonto, Manfredonia, Andria e la stessa Regione Puglia che hanno approvato mozioni, aderito ad appelli per il cessate il fuoco, o espresso solidarietà al popolo palestinese.

Chiediamo quindi che anche il Comune di OSTUNI si unisca a questa mobilitazione civile e morale, magari attraverso una seduta monotematica, adottando una mozione di condanna delle violenze contro la popolazione civile palestinese, e manifestando pubblicamente il proprio sostegno a una pace giusta e duratura, nel rispetto del diritto internazionale riconoscendo lo Stato di Palestina, anche esponendo – come hanno fatto gli altri comuni – una bandiera della Palestina al balcone di palazzo della nostra città!»

Ricevi tutte le ultime notizie

Prova il nuovo canale Telegram gratuito di Ostuni News

- Advertisment -
- Advertisment -spot_img