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Agosto 10 2025

Concessioni demaniali sulla costa di Ostuni: il Libero Comitato ricorre al TAR contro la Determina 832/2025

Il Libero Comitato per la Salvaguardia dell'habitat naturale di Ostuni ha presentato ricorso al TAR contro le sette concessioni demaniali ritenute illegittime. Denunciate gravi violazioni ambientali e normative

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Il Libero Comitato per la Salvaguardia dell’habitat naturale della fascia costiera di Ostuni (LCSC), insieme alle associazioni aderenti Circolo Legambiente Ostuni, Geos-Gruppo escursionistico speleologico ostunese, Associazione Culturale “Lu Scupariedde”, APS Lamia Santolina ETS e l’impresa Millenari di Puglia, con l’assistenza degli Avvocati Alfieri L.M. Zullino e Alessandro Nacci, ha proposto un ricorso presso il TAR Puglia – sede di Lecce per l’annullamento della Determina dirigenziale n. 832 del 17 aprile 2025 e dei relativi bandi per il rilascio di sette concessioni demaniali marittime per “Spiagge Libere con Servizi” sulla costa ostunese.

La decisione di adire il TAR è stata presa con rammarico, ma si è resa necessaria a fronte dell’inerzia sin qui manifestata dall’Amministrazione comunale. Nonostante il Consiglio Comunale di Ostuni, in sessione straordinaria del 6 giugno 2025, abbia approvato all’unanimità un ordine del giorno per la revoca della Determina 832/2025, non è stato adottato alcun provvedimento formale di annullamento o revoca in autotutela.

La scadenza del termine per l’impugnazione (16 giugno 2025) ha quindi reso inevitabile il ricorso alla tutela giurisdizionale, al fine di salvaguardare i diritti della collettività e l’integrità del patrimonio ambientale costiero.

Il ricorso, articolato in sette motivi di impugnazione, denuncia violazioni di norme imperative che impongono divieti assoluti di concessione nelle aree individuate: Tutti e sette i lotti ricadono in aree con divieto assoluto di concessione secondo il Piano Regionale delle Coste e il Piano Comunale delle Coste adottato.

Lotti 1 e 2: situati nella Zona 1 del Parco delle Dune Costiere e in Siti di Importanza Comunitaria.

Lotti 3, 4, 5 e 7: ricadono in fasce di rispetto del reticolo idrografico e in aree a rischio geomorfologico.

Lotto 4: interferisce con l’area archeologica dell’antica Petrolla.

Lotto 6: si trova in zona a rischio geomorfologico e in area di nidificazione del fratino, specie protetta a rischio estinzione.

Lotto 7 (Torre Pozzelle): viola la fascia di rispetto della Torre Aragonese, bene tutelato dal Ministero della Cultura.

È emersa una grave contraddittorietà tra la Determina 832/2025 e il Piano Comunale delle Coste adottato dal Comune di Ostuni nel marzo 2023. I lotti sono collocati in aree classificate come “con divieto assoluto di concessione”, evidenziando difetti istruttori e manifesta illogicità dell’azione amministrativa.

Il ricorso denuncia anche violazioni della Legge n. 118/2022, per l’assenza di motivazioni nella mancata suddivisione in più lotti e per le limitazioni alla partecipazione alle gare, in contrasto con i principi di concorrenza e trasparenza.

Il Comitato ricorda l’ampia mobilitazione popolare, con centinaia di firme raccolte, la convocazione della Consulta del Forum per la Salvaguardia dell’ambiente, e la presa di posizione unanime dell’Assemblea delle Associazioni del Forum della Società Civile. Tutto ciò è stato ignorato dall’Amministrazione.

Contestualmente al ricorso è stata presentata un’istanza cautelare di sospensione degli atti, vista la gravità delle violazioni e il rischio di danni irreversibili al paesaggio e all’ambiente costiero.

La nostra azione – dichiara Antonio Suma, Presidente del Libero Comitato – nasce dalla ferma convinzione che la costa ostunese debba essere tutelata per le generazioni future. Non siamo contrari al turismo sostenibile, ma chiediamo il rispetto delle norme e una pianificazione a favore dell’interesse collettivo”.

Il ricorso si fonda su una giurisprudenza consolidata che legittima l’annullamento in autotutela di procedure di gara quando le aree interessate ricadono in zone vietate o incoerenti con la pianificazione vigente.

Il Libero Comitato auspica che l’Amministrazione comunale possa revocare la determina ed evitare un pronunciamento del TAR sull’illegittimità della procedura.

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