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Settembre 26 2025

Controlli anti caporalato, compensi da fame e alloggi fatiscenti: arrestati a Brindisi padre e figlio

I Carabinieri hanno tratto in arresto per sfruttamento del lavoro e intermediazione illecita di manodopera due cittadini di Brindisi, padre e figlio, rispettivamente l’intermediario e il titolare di un'azienda agricola

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A Brindisi, nell’ambito di un mirato servizio di controllo e a conclusione degli opportuni accertamenti, i Carabinieri del Nucleo Investigativo costituenti la task force anticaporalato, costituita dal Comando Provinciale Carabinieri di Brindisi, in ossequio alle disposizioni del Comando Legione CarabinieriPuglia“, al fine di contrastare il fenomeno dell’intermediazione illecita di manodopera e sfruttamento del lavoro, unitamente al personale del Nucleo Carabinieri Ispettorato Lavoro di Brindisi, hanno tratto in arresto in flagranza, per concorso nell’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, un 54enne (datore di lavoro e titolare di un’azienda agricola individuale) e un 79enne (intermediario), rispettivamente figlio e padre, residenti a Brindisi.

In particolare, nella mattinata di ieri, a seguito all’accesso nei terreni locati dall’azienda agricola adibita alla coltivazione di ortaggi, di proprietà del 54enne, è stata accertata la presenza dei due, assieme a tre braccianti extracomunitari impegnati nella raccolta di pomodori. Nello specifico si tratta di un 24enne di origine senegalese residente a Brindisi, titolare permesso soggiorno scaduto; un 36enne di origine gambiana residente a Brindisi, titolare permesso soggiorno del tipo “soggiornante di lungo periodo”; un 37enne di origina gambiana, residente a Brindisi, titolare permesso soggiorno in fase di rinnovo.

Nel corso delle verifiche è emerso che il 24enne e il 36enne sono stati assunti “in nero” senza regolare contratto da parte dell’intermediario, per destinarli al lavoro presso i terreni agricoli locati dal titolare dell’azienda. Sono state accertate, attraverso i rilievi fotografici, le condizioni di lavoro particolarmente onerose e la violazione sistematica della normativa contrattuale. I cittadini extracomunitari lavoravano 8 ore al giorno, percependo circa 5 euro all’ora ed erano costretti ad alloggiare in condizioni abitative disumane. Gli stessi sono stati invitati presso gli uffici della locale Questura per regolarizzare la propria posizione nel territorio dello Stato italiano.

Nei confronti del datore di lavoro è stata inoltre accertata la violazione in materia di salute e di sicurezza sul lavoro (privi di visite mediche, dispositivi di protezione e senza formazione e informazione), nonché la violazione in materia di tutela previdenziale e assicurativa per cui sono state complessivamente contestate sanzioni amministrative pari ad euro 47.500 e comminate ammende per complessivi euro 28.000, con immediata sospensione dell’attività imprenditoriale. Sono in corso ulteriori accertamenti da parte del N.I.L. Carabinieri per gli aspetti amministrativi e per gli adempimenti obbligatori in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.

Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, dopo le formalità di rito, i due arrestati sono stati accompagnati presso le rispettive abitazioni in regime di arresti domiciliari.

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