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Dicembre 14 2024

Coronavirus, 60mila assistenti civici per fronteggiare la fase 2

I volontari avranno compiti di pubblica utilità. Ministri a lavoro per disciplinare il ruolo evitando fraintendimenti

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L’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci) e il Governo italiano hanno raggiunto un primo accordo per il reclutamento di 60mila volontari, assistenti civici della Protezione civile che saranno impiegati in attività di monitoraggio e supporto durante questo delicato momento di ripartenza.

La fase 2 dell’emergenza Coronavirus poggia sull’imprescindibile fondamento del senso di responsabilità personale di ogni individuo che, testata la fase 1 di lock-down e considerati gli effetti devastanti della pandemia, dovrebbe continuare a tenere altissima l’attenzione, rispettando le disposizioni necessarie a limitare il numero dei contagi.

La risposta in termini di rigoroso rispetto delle misure preventive però, con i primi spostamenti e la riapertura di buona parte delle attività produttive e commerciali, non è stata del tutto confortante. In alcuni territori, il weekend appena trascorso ha confermato che appellarsi al solo comune buon senso, non pare poter limitare assembramenti o comunque comportamenti poco allineati alle direttive vigenti. Ecco dunque il ricorso ai volontari per supportare le verifiche sul rispetto delle misure anti-contagio.

I sindaci, che pure si sono spesi a lungo per sensibilizzare le rispettive collettività, avevano già manifestato le proprie preoccupazioni, circa la mancanza materiale di strumenti per controllare le città, riferendo di forze dell’ordine numericamente limitate a verificare attività e spazi pubblici.

Per gestire questa insidiosa situazione dunque, la soluzione auspicata è il ricorso all’assistente civico. Ad annunciare l’accordo sulla selezione di questa nuova figura professionale temporanea, il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, e il presidente dell’Anci Antonio Decaro, sindaco di Bari, che in una nota congiunta hanno spiegato: «In settimana dalla Protezione civile lanceremo il bando per il reclutamento di 60.000 ‘assistenti civici’. Il bando è rivolto a inoccupati, a chi non ha vincoli lavorativi, anche percettori di reddito di cittadinanza o chi usufruisce di ammortizzatori sociali; saranno individuati su base volontaria, coordinati come sempre nell’emergenza dalla Protezione civile che indica alle Regioni le disponibilità su tutto il territorio nazionale e impiegati dai sindaci per attività sociali, per collaborare al rispetto del distanziamento sociale e per dare un sostegno alla parte più debole della popolazione».

«C’è una graduale ripresa delle attività produttive e i cittadini stanno, giorno dopo giorno, tornando a popolare le città – ha riferito il ministro BocciaI Comuni, attraverso Anci, potranno avvalersi del contributo degli assistenti civici per far rispettare tutte le misure messe in atto per contrastare e contenere il diffondersi del virus, a partire dal distanziamento sociale. Dopo le migliaia di domande di medici, infermieri e operatori sociosanitari, arrivate alla Protezione civile nel momento maggiore emergenza negli ospedali italiani, ora è il momento di reclutare tutti quei cittadini che hanno voglia di dare una mano al Paese, dando dimostrazione di grande senso civico».

«Sono stati i volontari, con noi amministratori – ha aggiunto Decaro a prendersi cura di chi aveva più bisogno nella fase del lock-down. È ai volontari che vogliamo affidare le nostre comunità in questa nuova e complessa fase: quella in cui proviamo a convivere con il virus e impariamo a difenderci, anche tornando a una vita meno compressa dai divieti. Da questa emergenza possiamo uscire solo stando uniti e collaborando ognuno per la sua parte, con senso di responsabilità».

L’iniziativa ha generato un ampio dibattito, soprattutto sulle possibili e temute derive interpretative, riguardanti l’operato e le eventuali competenze degli assistenti civici. Affinché non si arrivi a pensare ad esempio a forme di vigilanza amatoriale, o a ronde di quartiere, le prime precisazioni tendono a diversificare questo nuovo ruolo di pubblica utilità, ben distante da quel pubblico servizio che spetta tradizionalmente alle forze di polizia. Sono perciò attese ulteriori riunioni tra i ministri, mirate a disciplinare al meglio la situazione.

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