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Ottobre 24 2025

Crolla lo storico torrione di Monticelli e il sindaco vieta l’accesso. LCSC: «Comunicati i rischi già a settembre»

Dopo il crollo del torrione di Monticelli, il sindaco Angelo Pomes vieta l'accesso all'area, ma i pericoli erano stati già esposti dalla LCSC

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Nella giornata di sabato 18 ottobre, il sindaco Angelo Pomes ha firmato un’ordinanza con cui si vieta l’accesso alle aree demaniali marittime di Monticelli per rischi geomorfologici causati dal cedimento dello storico torrione. A segnalare il tutto è stato il Libero Comitato per la salvaguardia dell’habitat costiero di Ostuni. In una nota protocollata e trasmessa agli uffici dall’avvocato Alessandro Nacci, membro del comitato, si parla di “massi di notevole dimensione, caduti nella sottostante spiaggetta, con evidente pericolo per i bagnanti e i frequentatori dell’area“.

Come si evince dalla legge regionale del 2015, tutela e salvaguardia della costa sarebbero di competenza della Regione Puglia. Tuttavia, il compito di mettere in sicurezza l’area ricade sul comune, in questo caso Ostuni. Per tale motivo, nell’ordinanza del sindaco è specificato anche l’impegno del Comune nell’istallare le adeguate cartellonistiche di segnalazione e monitoraggio del pericolo. L’area sarà continuamente monitorata, in attesa di ulteriori verifiche tecniche sulla stabilità del torrione.

Il comitato si dice soddisfatto dell’intervento del sindaco: «Lieti che la segnalazione abbia trovato riscontro in tempi abbastanza celeri» poi continua: «auspica che si voglia presto intervenire, con l’ausilio di esperti archeologi, per il ripristino del torrione e la sua salvaguardia, attesa la valenza storica e archeologica dello stesso e dell’area circostante, che appare presumibilmente essere un antico approdo di sbarco e commercio».

Tuttavia, non era la prima volta che lo stesso Comitato faceva sentire la propria voce in merito al rischio geomorfologico dell’area demaniale di Monticelli e ha tenuto a ribadire che non si tratta di un “indebolimento della costa, ma di una naturale fragilità”: «Una falesia è fragile in quanto tale. Nessuna amministrazione, purtroppo, ha mai preso in considerazione la sua pericolosità in alcuni particolari punti».

In effetti, già in data 26 settembre, il Comitato aveva inviato una PEC protocollata all’amministrazione comunale, al comando di Polizia Locale, alla Capitaneria di Porto di Brindisi e all’Agenzia del Demanio nella quale riferiva le condizioni di deterioramento del torrione e i possibili rischi: «La costruzione insiste in un’area dichiarata da tempo di interesse archeologico che è limitrofa ad area dichiarata nel 2024, con specifica ordinanza sindacale, a rischio geomorfologico e interdetta al transito di veicoli a motore.Si evidenzia che oltre al degrado ed alla conseguente pericolosità dei luoghi vi è transito quotidiano di veicoli e mezzi pesanti a motore sia nella zona interdetta al traffico sia in zona che lambisce le strutture a forte pericolo di crollo». Nello stesso comunicato, si invitava l’amministrazione a intervenire tempestivamente per evitare danni maggiori. Danni che, purtroppo, si sono verificati.

Eppure, questa non sarebbe stata la prima segnalazione in merito. Già nei mesi scorsi sono state sporte preoccupazioni anche da alcuni cittadini. La domanda da porsi quindi è: agendo tempestivamente, si sarebbe potuto evitare questo crollo? La risposta possono darcela solo gli esperti. Quel che salta all’occhio è che, dopo il nubifragio di inizio mese, all’interno dell’amministrazione comunale sembra esser nata una forte apprensione per le aree demaniali di Ostuni, nonostante poco tempo addietro si discuteva senza tanti problemi di ammodernamento e istaurazione di nuovi lidi.

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Alberto Coluccio
Alberto Coluccio
Nasco a Torino il 27 dicembre 2000. Attualmente sono iscritto al corso di laurea in Lettere all'Università del Salento. Aspirante giornalista, curioso, solare e dalle mille passioni. "Non voglio essere quella penna che vi narra la vita, ma che vi faccia riflettere sul perché sia così!"
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