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Agosto 11 2025

Gli strumenti realizzati dal liutaio pugliese Antonio Dattis in mostra a Ostuni

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Le creazioni musicali di Antonio Dattis, ebanista per professione e liutaio per passione, saranno esposte a Ostuni, presso a Galleria “L’Ulivo che canta” (in via Bixio Continelli, n. 9) fino a domenica 5 agosto.

Liuti, chitarre e mandolini realizzati dall’artista pugliese, nato a Sava, in provincia di Taranto, potranno essere visti e ammirati nella galleria di un altro appassionato ebanista, Tonino Zurlo.

Antonio Dattis ha avuto fin da bambino la passione per la creazione di strumenti musicali. Il percorso formativo andando a bottega dagli artigiani, gli ha permesso di imparare le nozioni della lavorazione del legno, alle quali ha aggiunto la sua straordinaria manualità  nella realizzazione di strumenti musicali a pizzico.

Le sue sono perfette riproduzionidi strumenti medievali, rinascimentali e barocchi a corde pizzicate (liuti, arciliuti, tiorbe, chitarre e mandolini), costruite utilizzando materiali particolarissimi come, ad esempio, l’avorio di mammut.

Nel 2007 ha realizzato una delle tre copie di ottobasso esistenti al mondo per il Musical Instrument Museum di Phoenix, in Arizona, dove è attualmente esposto e regolarmente suonato. L’ottobasso realizzato da Dattis è stato anche utilizzato per la registrazione della colonna sonora del film  “The Hunger Games”.

Nel 2014, basandosi sull’unico documento disponibile, pubblicato nel Musick’s Monument di Thomas Mace (1674), ha costruito la prima copia mai realizzata dal XVII secolo ad oggi, del Dyphone o liuto a due manici con 50 corde, che è stato presentato ufficialmente a Londra presso la “Lute Society”.

Nel 2016 ha costruito, per il Castello di Carlo Gesualdo Di Venosa, la prima copia della Chitarra Magno Longo del 1624, conservata presso il Museo degli strumenti Musicali del Castello Sforzesco di Milano.

La collezione esposta nella galleria “L’Ulivo che canta” raccoglie riproduzioni fedeli di strumenti musicali antichi che vanno dal XIV secolo al XVIII secolo.

 

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