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Ottobre 12 2024

La Candelora, un ricco giorno qualunque

Il lupo si è fatto la tana? Il 2 febbraio tra antiche tradizioni, secolari proverbi e indimenticati aneddoti

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La giornata del 2 febbraio porta con sé un’aura quasi mistica, forgiata tra antichissime tradizioni, con risvolti biblici e pagani, tra secolari proverbi coniugati a seconda della forma dialettale e dunque del territorio che si abita, che riportano in qualche maniera all’avvicendamento tra l’inverno e l’avvicinarsi della primavera.

Tratto comune del giorno della Candelora, è infatti una sorta di pronostico su quanto c’è da aspettarsi, a livello meteorologico nelle prossime settimane. Dal latino si fa risalire festum candelarum, festa delle candele, e proprio loro agiscono da il filo conduttore tra le epoche.

Celebrando la primavera, la tradizione cristiana festeggia la purificazione di Maria (la madre era considerata impura del sangue mestruale, la purificazione sarebbe avvenuta solo dopo 40 giorni per i figli maschi e 66 per le figlie femmine) e l’ingresso di Gesù nel tempio di Gerusalemme (i primogeniti venivano offerti al Signore). Candela dunque come purificazione, e come simbolo di luce che illumina le genti (Cristo, appunto).

Alle radici bibliche, il giorno della Candelora lega anche origini pagane. Pare infatti che gli antichi romani celebrassero con grandi fiaccolate, nel mese della purificazione, le Lupercali, feste in onore del dio Luperco, protettore del bestiame dai lupi.

La luce della candela come purificazione e rinascita, buio e luce, inverno e primavera, spunti che nel tempo e di voce in voce, hanno ricreato una serie proverbi e aneddoti che immancabilmente riemergono in questi giorni. Dalle nostre parti ad esempio, da tradizione ci si chiede se il lupo sia riuscito o meno a farsi la tana.

Ce de la Candelora lu sole i cchiare, lu lupe se l’ha fatte lu pagghiare. È solo una delle avvincenti declinazioni del detto popolare secondo cui, se il freddo e le intemperie impediscono al lupo di farsi la tana, l’inverno è agli sgoccioli. Se invece, sempre nel giorno della Candelora, il sole splende ed il tempo lo permette, il lupo riesce a farsi la tana, ed a sistemarsi per un altro pezzo d’inverno, che dunque si protrarrà. Da luogo a luogo figure ed interpretazioni cambiano, già nei paesi limitrofi ad esempio il lupo viene sostituito da altri animali.

Ma basta spostarsi per trovare ugualmente tratti comuni che giungono a conclusioni anche discordanti in termini meteorologici. In alcuni proverbi, se piove e/o soffia il vento, il freddo e l’inverno proseguiranno, in altri invece, nonostante le possibili intemperie, la primavera è ormai imminente.

Anche oltreoceano il 2 febbraio si ricorda come Giorno della marmotta (Groundhog Day). Negli Stati Uniti e in Canada, è la marmotta prevedere la fine o il prolungamento dell’inverno: se uscendo dalla tana, la marmotta non riesce a vedere la sua ombra a causa del cielo nuvoloso, l’inverno è agli sgoccioli; se invece brilla il sole, la marmotta si spaventerà della sua ombra, rientrando nella tana, sdoganando così altre sei settimane di inverno.

Spontaneo dunque pensare come non siano troppo distanti dal contesto, gli ultimi tre giorni di gennaio, che si è soliti riconoscere come giorni della merla. Ma questa è un’altra storia.

Che il lupo o l’orso si facciano la tana, o che la marmotta si spaventi o meno della sua stessa ombra, popoli e tradizioni vicini o anche lontanissimi, possono sentirsi ancor più accomunati da incancellabili tracce comuni. Basterebbe ampliare la ricerca o semplicemente curiosare, per tirare fuori chissà quali altri tesori affini. Perché in fondo di questo si tratta, lo scrigno della natura umana è sempre ricco di preziosi spunti.

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