Alle soglie delle prossime elezioni per il rinnovo del consiglio regionale, Legambiente Puglia lancia un appello ai candidati presidente della Regione per l’attuazione di misure di contrasto alla crisi climatica e l’avvio di una riconversione energetica nei territori, che mettano al centro ambiente, salute e lavoro. Dalla riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico e privato all’avvio di politiche concrete di mobilità sostenibile, dall’incremento delle fonti rinnovabili alla costruzione di nuovi impianti per la chiusura del ciclo dei rifiuti, passando per la promozione di un’agricoltura a basso impatto ambientale che tuteli gli ecosistemi naturali e la salute dei consumatori. Dieci proposte mirate che muovono dal documento congressuale approvato a settembre 2019 durante Il Tempo del Coraggio – La rinascita ambientale e sociale dei territori per risolvere la crisi climatica, il 12esimo congresso di Legambiente Puglia che ha fatto il punto sulle azioni imprescindibili per contenere il cambiamento climatico.
«Per risolvere la crisi climatica servono stili di vita sostenibili e serve che tutti, governi e cittadini, si guardi nella stessa direzione puntando su energie pulite, economia circolare e innovazione – dichiara Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – l‘appello che lanciamo ai candidati presidente è di costruire seriamente il terreno su cui attuare una transizione ecologica, frenando i sussidi alle fonti fossili e incentivando le aziende che favoriscono un’economia verde. Le nostre dieci proposte guardano a una Puglia libera dal carbone e alla chiusura definitiva del ciclo dei rifiuti, al massimo riutilizzo in agricoltura delle acque reflue depurate, al miglioramento del sistema dei trasporti per una mobilità sostenibile, alla costruzione di un sistema che metta in rete i parchi affinché siano tutelati e valorizzati, al passaggio da un turismo di massa a un turismo responsabile, all’attuazione di politiche di investimento per frenare l’abbandono scolastico e migliorare le condizioni degli edifici scolastici, la cui gran parte richiede interventi urgenti di manutenzione. Tutto questo – conclude Tarantini – va in direzione di un Green New Deal Pugliese, possibile solo se c’è una reale volontà al cambiamento in chi governa».
Puglia carbon free. Il tema energia è da sempre centrale nell’attività di Legambiente Puglia, legato in particolare alla centrale a carbone di Brindisi e all’ex Ilva di Taranto. Con circa 49mila impianti da fonti rinnovabili, la Puglia contribuisce a traghettare il Paese verso la decarbonizzazione. Negli ultimi anni si registra una crescita costante delle rinnovabili sia in termini di potenza installata sia sul fronte della produzione di energia. Ora serve incentivare l’autoproduzione, la riqualificazione del patrimonio edilizio e l’avvio di politiche concrete di mobilità sostenibile.
Puglia rifiuti free. A causa di ritardi, oggi la Puglia chiude il ciclo dei rifiuti grazie agli impianti delle altre regioni, favorendo un’economia tutt’altro che circolare. La priorità è la realizzazione dell’impiantistica necessaria al trattamento della frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata. Gli impianti per trattare l’organico vanno progettati e realizzati con processi partecipativi che coinvolgano le comunità locali. La tecnologia più avanzata per produrre compost è la digestione anaerobica che produce biometano, fonte rinnovabile da utilizzare nell’autotrazione o immettere nella rete del gas per riscaldare gli edifici.
Depurazione: una risorsa per l’economia circolare. La mancata depurazione ha un costo in termini ambientali ed economici, con ripercussioni sulla qualità delle acque marine e superficiali. Se in Puglia è evidente un miglioramento sul fronte della depurazione, oggi occorre lavorare per il massimo riutilizzo in agricoltura delle acque reflue depurate, puntando a ridurre la produzione dei fanghi di depurazione che continuano a essere conferiti in impianti di compostaggio fuori regione.
Governo del territorio che tuteli, valorizzi e sviluppi sostenibilmente. Per uscire dalla crisi climatica è importante che si agisca con strumenti efficaci, contrastando il consumo di suolo e promuovendo una riconversione energetica. È fondamentale oggi mettere un freno al Piano Casa, strumento che ha inciso negativamente sugli assetti delle città; una legge regionale contro il consumo di suolo in parallelo a interventi di rigenerazione urbana e per la piena attuazione dei Piani comunali delle coste.
Puglia verso una vera mobilità sostenibile. Benché governo e regioni promuovano una mobilità sostenibile, è a livello locale che devono essere adottati i provvedimenti più efficaci. La Regione deve incentivare il rafforzamento della sharing mobility e l’utilizzo di monopattini, auto, bici e scooter elettrici, attraverso accordi con le imprese e bonus green.
Nuova gestione dei parchi in Puglia. La Puglia vanta 2 parchi nazionali, 20 regionali, 3 aree marine protette e 16 riserve naturali. Istituire parchi tuttavia non basta, occorre rilanciarli e creare un sistema per metterli in rete affinché il patrimonio naturalistico, archeologico ed enogastronomico non resti una potenzialità inespressa. Nel bilancio della Regione è stanziato un contribuito di circa 750mila euro in favore dei parchi, su un bilancio di competenza pari a 15.333.294.425. È un balzo in avanti rispetto alla precedente cifra di 150mila euro, ma rimane insufficiente. È fondamentale investire maggiori risorse attraverso uno specifico capitolo di bilancio, definendo certezze per il personale in rapporto con gli enti locali e le associazioni.
Puglia per un turismo responsabile. Negli ultimi anni la domanda turistica è in costante crescita, grazie a massicci investimenti regionali e a un brand turistico conosciuto ormai in tutto il mondo. Per evitare fenomeni di overtourism che devastano flora, fauna e popolazioni locali, è necessario spostarsi da un turismo di massa a un turismo sostenibile che valorizzi le bellezze dei territori e tuteli il benessere delle comunità. La parola chiave è turismo natura, nelle declinazioni di ecoturismo, cicloturismo e turismo culturale. È imprescindibile sensibilizzare gli operatori del settore con attività che ne evidenziano i benefici.
Volontariato come risorsa di sviluppo. Gli ultimi dati dell’Istat fotografano il Terzo settore come volano per lo sviluppo socio-economico delle regioni meridionali. La politica deve fare la sua parte e avvicinarsi al mondo del volontariato, con politiche lungimiranti e azioni di co-progettazione. L’appello è di avviare pianificazioni a suo sostegno, indirizzando con criterio i fondi europei di cui regioni come la Puglia risultano destinatarie. Al tempo stesso serve promuovere partecipazione e formazione attraverso i campi di volontariato e le buone pratiche educative attuate dalle associazioni.
Puglia per la scuola aperta e inclusiva. Urge frenare abbandono scolastico e povertà educativa, piaghe sociali che colpiscono per lo più il mezzogiorno. In base agli ultimi dati diffusi da Openpolis, Brindisi è la provincia più segnata dall’abbandono scolastico con il 26%, seguono Barletta-Andria-Trani con il 20,8%, Foggia e Taranto con il 19,2%, Lecce con il 17,4% e Bari con il 14,6%. Se da un lato è fondamentale migliorare la qualità dei servizi offerti, dall’altro occorre incrementare sensibilmente le attività extracurricolari, attivando percorsi di recupero rivolti alle fasce deboli. Serve investire nel rinnovo e nella sicurezza degli edifici, nella creazione di spazi interni ed esterni di condivisione.
Puglia agro-ecologica. La promozione di un’agricoltura a basso impatto ambientale è la sfida che gli agricoltori sono chiamati a raccogliere per tutelare gli ecosistemi naturali e la salute dei consumatori. Gli investimenti futuri della Regione dovranno incentivare un’agro-ecologia basata sul ridotto utilizzo della chimica attraverso buone pratiche agronomiche, sulla riduzione della plastica e dei consumi idrici e sullo sviluppo delle rinnovabili. Occorre favorire il riutilizzo di materiali riciclabili e contrastare l’uso dei fitofarmaci illegali, premiando le pratiche sostenibili e scoraggiando quelle intensive e a elevato impatto ambientale.