Omicidio colposo. Questa è l’accusa contenuta nel fascicolo per lo schianto in minimoto che è costato la vita a un bambino di soli nove anni.
Il Pubblico Ministero del Tribunale di Taranto, Raffaele Graziano, vuole vederci chiaro e individuare responsabilità per una morte particolarmente difficile da accettare. Il fascicolo al momento è a carico di “persone da identificare”.
Nel frattempo la dinamica dell’incidente è diventata più chiara. A guidare il veicolo non era Giuseppe ma il cuginetto più grande. I due stavano trascorrendo la domenica nella casa di campagna dei nonni, in contrada Pezze Mammarelle, a quindici chilometri da Martina Franca. Nel tardo pomeriggio sono saliti a bordo di un minimoto Kawasaki 50 per fare un giro; Giuseppe, salito dietro, non indossava il casco mentre il cugino alla guida sì.
La corsa della minimoto è stata arrestata dall’impatto contro un muretto, a poche centinaia di metri dall’abitazione, che ha provocato la morte quasi istantanea del piccolo Giuseppe, che è deceduto durante il trasporto in ospedale, e la gravi ferite del cugino più grande che si trova attualmente ricoverato presso l’ospedale “Perrino” di Brindisi in prognosi riservata.
Il modello di minimoto su cui erano i due ragazzi, che è stata sottoposto a sequestro, per essere guidata richiede un patentino, un’età superiore a 14 anni e l’uso obbligatorio dei caschi.