C’è il lato peggiore della Puglia nel video denuncia di Matteo Gracis, giornalista ed editore indipendente che ha scelto l’agro di Ostuni e dei comuni limitrofi per lanciare il suo grido d’allarme. Un gigantesco tappeto di spazzatura ricopre buona parte del territorio pugliese. È questo ciò che raccontano le immagini di “Olivi e trulli immersi nei rifiuti: la Puglia è una discarica?”. Il video, ideato e realizzato dal giornalista bellunese innamorato della Puglia, è stato pubblicato tre giorni fa su YouTube e ha già totalizzato circa settemila visualizzazioni.
A giugno scorso Gracis gira in agro di Ostuni e di altri comuni limitrofi le riprese del video, in cui viene messa in evidenza la quantità e la varietà spropositata di rifiuti presenti in aperta campagna, ai piedi degli olivi che compongono la Piana dei Monumentali che, come ricorda il giornalista, è stata annessa dal Ministero per le Politiche agricole nel 2017 alla lista dei paesaggi rurali storici.
Oltre alla presenza di spazzatura di ogni genere, nel video vengono mostrate zone in cui sono stati bruciati cumuli di rifiuti che giacciono al suolo carbonizzati. Uno spettacolo sconvolgente almeno quanto inquietante.
Ma ciò che inquieta ancora di più è l’assoluto silenzio delle istituzioni, coinvolte a più livelli da Gracis, che nel suo video spiega: «Il giorno 23 giugno 2020 mi sono recato personalmente alla stazione della Polizia Municipale del principale comune dove ho effettuato le riprese per mostrare queste immagini e indicare le posizioni esatte in cui sono state girate. Gli agenti presenti hanno preso visione. Il giorno 10 agosto 2020 ho inviato una PEC con questo video denuncia ai seguenti recapiti, chiedendo riscontro: Ministero dell’Ambiente; Ministero delle Politiche agricole; Comune di competenza; Segreteria Turismo e cultura Regione Puglia; Servizio Rifiuti e bonifica Regione Puglia; Sezione Paesaggio Regione Puglia. Nonostante abbia ricevuto conferma automatica del ricevimento delle PEC, non mi è giunta alcuna risposta. Ad oggi la situazione è rimasta invariata».
