Si è concluso con la condanna di dieci indagati il processo di primo grado scaturito dall’operazione “Fast”, avviata nel 2010 dal nucelo di Polizia Tributaria di Brindisi e portata a termine nel 2013 dalla Dia di Lecce, per mettere fine agli affari illeciti di un gruppo criminale collegato alla Sacra corona unita.
La sentenza di primo grado, emessa dal Tribunale di Brindisi a margine dell’udienza del 25 novembre scorso, dispone la condanna a 12 anni e 8 mesi di carcere per l’ostunese Albino Prudentino, ex boss del contrabbando, riconosciuto ai vertici del sodalizio. Assieme alla sua, vi sono altre nove condanne: Marina Galizia, di Ostuni, condannata a 9 anni e 6 mesi; Giuseppe Palma, di Ostuni, condannato a 6 anni e 6 mesi; Angelo Prudentino, di Ostuni, condannato a 8 anni; Benedetto Prudentino, di Ostuni, condannato a 4 anni e 6 mesi; un altro indagato di nome Benedetto Prudentino, di Ostuni, condannato a 6 anni e 6 mesi; Maurizio Prudentino, di Ostuni, condannato a 7 anni; Apollonia Raspante, nata a Regalbuto e residente a Ostuni in quanto moglie di Albino Prudentino, condannata a 7 anni e 6 mesi; Antonio Sannelli, nato a Spinazzola ma residente a Martina Franca, condannato a 7 anni e 6 mesi; Nicola Venerito, di Francavilla Fontana, condannato a 4 anni.
Con la sentenza sono state disposte a carico degli imputati una serie di interdizioni dai pubblici uffici, confiscati oltre due milioni di euro e le quote di diverse società riconducibili agli stessi. I dieci imputati condannati rispondevano, a vario titolo, di riciclaggio e impiego di denaro proveniente da attività illecita, con l’aggravante di aver agito anche al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa della Scu, trasferimento fraudolento di valori, bancarotta fraudolenta ed emissione di fatture su commissioni inesistenti. Secondo l’accusa, i soldi di provenienza illecita sarebbero stati riciclati attraverso un novero di società operanti nel campo delle scommesse, video poker e gioco d’azzardo, attività poste sotto osservazione con l’avvio delle indagini.
L’operazione “Fast” portò gli inquirenti a porre sotto sequestro quote societarie, beni mobili e immobili per un valore patrimoniale di 3.6 milioni di euro, terreni edificabili e ville per un valore stimato di 8cento mila euro, appartenenti in buona parte alla famiglia di Albino Prudentino.
Nel mirino dei militari della Guardia di Finanza della Compagnia di Brindisi erano finite anche otto persone assolte in primo grado con formula piena, in quanto estranee ai fatti. Dopo quasi dieci anni, si conclude una vicenda giudiziaria che ha coinvolto gli assolti: Antonio Caliandro (Martina Franca), Bonaventura Cucci (Ostuni), Cataldo Elia (Martina Franca), Donato Nigro (San Michele Salentino), Carlo Rodio (Ostuni), Angelo Calò (Ostuni), Domenico Venerito (Ostuni) e Giovanna Trisciuzzi (Pezze di Greco).
Tra gli assolti, il sig. Bonaventura Cucci ha voluto esternare la sua soddisfazione, esprimendo gratitudine nei confronti dei suoi legali: «Desidero esprimere il mio più vivo ringraziamento ai miei avvocati, Gianluca D’Oria e Maurizio Sansone, che con tenacia, ammirabile competenza e professionalità hanno permesso di accertare la mia assoluta innocenza».