Con una nuova ordinanza, il sindaco di Ostuni Guglielmo Cavallo dispone la riattivazione dell’attività d’urgenza dei reparti di Chirurgia ed Ortopedia – Traumatologia dell’Ospedale di Ostuni, entro i prossimi cinque giorni.
Un atto indirizzato alla Asl di Brindisi e al Direttore sanitario del Presidio Ospedaliero di Ostuni, che intima di provvedere, nel termine di cinque giorni dalla notifica dell’ordinanza, a riattivare l’attività d’urgenza dei reparti di Chirurgia ed Ortopedia – Traumatologia dell’Ospedale di Ostuni, secondo l’assetto organizzativo previsto dalla nota Asl dello scorso 21 marzo 2020. Tenendo cioè aperto uno dei due reparti, per l’attività accorpata, mentre nell’altro vengono conclusi i lavori previsti. L’efficacia temporale dell’ordinanza è valida sino al 31 maggio 2020, o diversa data entro la quale si concludano i lavori di manutenzione nel reparto di Chirurgia e contestuale riattivazione in quest’ultimo dell’attività urgente di Chirurgia ed Ortopedia – Traumatologia.
Riguardo gli ultimi sviluppi legati alla situazione ospedaliera ostunese, si sono rincorsi una serie di interventi, mossi con l’obiettivo di fare luce sulla legittimità dei provvedimenti presi dall’Asl brindisina, a partire dal comitato civico cittadino che ha chiesto l’immediata riapertura dei reparti chiusi, passando per i consiglieri di maggioranza e i consiglieri di opposizione delle liste civiche, fino anche al sindaco di Carovigno Massimo Lanzilotti, che ha presentato ricorso al Tar.
Il provvedimento firmato ieri dal sindaco, parte da una premessa che ricostruisce l’evoluzione di quanto accaduto negli ultimi mesi. Punti di partenza, il vigente Piano di Riordino Ospedaliero della Regione Puglia (rielaborato da ultimo col R.R. 23 del 22.11.2019) che ha classificato il nosocomio di Ostuni come “Ospedale di base” e il successivo Piano Ospedaliero “Coronavirus” (16 marzo 2020) mirato a far fronte all’emergenza sanitaria causata dal CoViD-19, a strutturare cioè la rete assistenziale in funzione di contrasto all’emergenza epidemiologica, reperendo posti letto di terapia intensiva, pneumologia e malattie infettive.
Nelle considerazioni avanzate da Cavallo nel suo riepilogo, anzitutto la constatazione di come il piano regionale d’emergenza non abbia previsto alcun ruolo specifico per Ostuni, poi, in sequenza, la serie di interventi determinati dalle note Asl. Decisioni che, si legge nell’ordinanza, depotenziano in maniera radicale l’Ospedale di Ostuni, che si trova improvvisamente privo dei reparti di Chirurgia ed Ortopedia, perdendo così, anche se temporaneamente, le caratteristiche di “Ospedale di base” assegnateli dal Piano di Riordino regionale. Nel complesso inoltre viene ridotto il parametro posti letto/abitanti, già fortemente deficitario nella provincia di Brindisi.
Viene inoltre ritenuto inspiegabile, il fatto che la Asl di Brindisi non abbia prolungato il periodo di accorpamento di Chirurgia e Ortopedia, già disposto con la nota del 21 marzo, per effettuare i lavori di manutenzione prima in uno, poi nell’altro reparto, anche perché sono ubicati su piani diversi e non vi è alcun impedimento all’apertura di uno dei due, mentre si svolgono i lavori nell’altro.
La scelta della ASL, recita ancora l’ordinanza del sindaco, oltre ad essere totalmente priva di motivazione e contraria al Piano di riordino regionale, impedisce lo svolgimento delle attività chirurgiche ed ortopediche urgenti da ora ed almeno sino al mese di giugno.
La chiusura dei due reparti sta già provocando gravi disagi, come testimoniato dal caso dell’anziano con femore fratturato trasportato in diversi nosocomi prima del ricovero. La parziale ripartenza della Fase 2 fissata al 4 maggio, aumenterà poi la mobilità e la conseguente probabilità per la popolazione locale di dover far ricorso alle prestazioni urgenti garantite dai reparti di chirurgia ed ortopedia.
La conclusione cui giunge il primo cittadino, disegna una situazione che risulta gravemente pregiudizievole per la salute della popolazione che lo legittima, quale rappresentante della comunità locale, ad esercitare il potere di adottare ordinanze urgenti per fronteggiare emergenze sanitarie o di igiene pubblica di carattere locale (attribuitogli dall’art. 50 D.Lgs. 267/2000).
Cavallo ritiene dunque che il ravvisato pericolo alla salute pubblica possa essere contenuto, ordinando alla Asl di Brindisi di ripristinare lo status quo antecedente alla nota del 2 aprile 2020, consentendo cioè lo svolgimento dell’attività urgente dei reparti di Chirurgia ed Ortopedia all’interno di un’unica struttura, così come peraltro già disposto dalla stessa Asl con la nota precedente del 21.3.2020.