La pioggia non ha fermato la voglia di riunirsi attorno al maestoso e varipinto albero di Natale realizzato interamente all’uncinetto da centinaia di mani laboriose. Tantissimi gli ostunesi che nella serata di ieri, domenica 5 dicembre, hanno partecipato alla cerimonia d’inaugurazione di una meravigliosa opera collettiva, emblema della solidarietà sociale, diventata di diritto il simbolo del Natale nella città bianca.
Costruito dalle signore del centro di aggregazione “Il filo di Arianna”, gestito dall’associazione ostunese “Le radici del Sud”, l’albero è stato installato in Piazza Italia, dove è andata in scena la festa per la sua presentazione ufficiale alla cittadinanza. Presenti alla cerimonia d’inaugurazione, il sindaco di Ostuni Guglielmo Cavallo, la vicesindaco e assessore alle politiche sociali Antonella Palmisano e il vicario foraneo della diocesi Brindisi – Ostuni, don Giovanni Apollinare.
«Questo è un momento davvero emozionante – ha dichiarato il sindaco Cavallo – perché questo albero è già famoso ed è destinato a diventare sempre più celebre. È stato un grande lavoro quello che le signore de “Il filo di Arianna” hanno realizzato con tanto amore, dimostrando che non esistono limiti di età per dare vita a impese da record».
«Oltre a ringraziare queste splendide signore – ha affermato l’assessore Antonella Palmisano – bisogna dire grazie ai ragazzi stupendi de “Le radici del Sud”, ideatori di un esperimento assolutamente riuscito, che ha permesso uno scambio tra generazioni anche molto distanti tra loro. Questo è solo uno dei tanti risultati importanti raggiunti da questa realtà a favore della nostra comunità, senz’altro quello più visibile dall’intera cittadinanza».
Sull’albero della solidarietà ha speso parole di grande apprezzamento anche la deputata pentastellata di Ostuni, Valentina Palmisano, che in una nota ha dichiarato: «Tassello dopo tassello è stato donato all’intera comunità uno dei simboli più caratteristici di questo periodo festivo tutto questo in uno spirito di condivisione quanto mai necessario in questo momento storico. Perché affrontare una pandemia richiede uno sforzo comune notevole: ripartire da questi momenti di aggregazione può essere davvero il modo migliore per intravedere quella normalità, da tempo e da ognuno di noi, auspicata».
